Il Consind non cede le chiavi del depuratore, arriva la Digos. Richieste danni, rebus assunzioni e ipotesi Tar: ecco cosa succede

Il Consind non cede le chiavi del depuratore, arriva la Digos. Richieste danni, rebus assunzioni e ipotesi Tar: ecco cosa succede
Il Consind non cede le chiavi del depuratore, arriva la Digos. Richieste danni, rebus assunzioni e ipotesi Tar: ecco cosa succede
di Luigi Miozzi
4 Minuti di Lettura
Martedì 29 Marzo 2022, 22:15

ASCOLI - Qualche settimana fa erano dovuti intervenire i carabinieri, ieri è toccato alla Digos. Cresce la tensione tra Piceno Consind (ex consorzio industriale e la Ciip (ex consorzio idrico) e lo scontro per il depuratore di Campolungo, con il passare dei giorni, sta raggiungendo picchi vertiginosi. Clima infuocato quello che si è vissuto per tutta la mattinata di ieri nella sede dell’impianto. 

 
La convenzione
A dare fuoco alle polveri, la scadenza del contratto di convenzione per la gestione della Picena Depur che pertanto ha dovuto riconsegnare le chiavi dell’impianto al Piceno Consind che è proprietario. All’inizio c’è stata tensione quando, in un primo momento, era stato negato l’accesso all’interno della sede ai dirigenti della Ciip poi invitati a partecipare alla riunione dalla stessa Picena Depur. Al momento della riconsegna delle chiavi, però il Piceno Consind assistito dal proprio consulente legale, ha redatto il verbale con il quale contesta alla Picena Depur danni cagionati al depuratore per circa otto milioni di euro. Somma questa che andrebbe ad abbattere parte del debito accumulato dallo stesso Piceno Consind nei confronti della società che ha gestito l’impianto fino a ieri e che, secondo alcune indiscrezioni, ammonterebbe a circa 25 milioni di euro. 


Le scintille
Momenti concitati e toni della discussione che si sono alzati sensibilmente, soprattutto quando, a metà mattinata è arrivato sul posto l’ingegner Antonino Colapinto, direttore dell’Ato. L’ambito territoriale, forte del decreto emessogiovedì scorso sulla scorta di quanto disposto dalla Regione Marche. aveva fissato la restituzione dell’impianto entro il 31 marzo. L’Ato è quindi intervenuto per ratificare il passaggio di proprietà del depuratore all’Ambito che poi, a sua volta, lo avrebbe dovuto consegnare alla Ciip. Ma il Piceno Consind non ha voluto firmare il passaggio di proprietà poichè, sulla base di pareri legali ottenuti attraverso i propri consulenti, sarebbero stati riscontrati dei vizi formali nell’emissione del decreto da parte dell’Ato tanto da manifestare l’intenzione di impugnare il provvedimento davanti al Tar delle Marche.

Inoltre, il Piceno Consind ha chiesto del tempo per poter svolgere un sopralluogo all’interno del depuratore e quantificare in maniera puntuale l’entità dei danni. Tutto ciò alla presenza degli agenti della Digos che, a loro volta, hanno dovuto stilare una relazione di servizio su quanto accaduto. Fin qui la cronaca della giornata. 


Il braccio di ferro
Ma il lungo braccio di ferro potrebbe avere delle serie ripercussioni sia sul servizio di depurazione industriale che sul personale della Picena Depur che, alla luce degli ultimi avvenimenti, rischia di rimanere senza lavoro. Per quanto riguarda il servizio, essendo giunto al capolinea il contratto con la società di gestione, non avendo accettato il passaggio di proprietà, il Piceno Consind dovrà ora provvedere alla gestione dell’impianto autonomamente.. Per farlo, stando a quanto si apprende, avrebbe trovato la collaborazione di personale specializzato proveniente dal vicino Abruzzo che dovrebbe garantire il funzionamento del depuratore, che serve circa cinquecento aziende, da qui in avanti. 


Le volture
Un primo intralcio però sarebbe emerso per la volturazione delle utenze di energia elettrica e gas necessari per lo svolgimento della depurazione. Restano appese ad un filo, invece, le sorti del personale della Picena Depur. Gli undici dipendenti, infatti, hanno già ricevuto le lettere di licenziamento a decorrere da venerdì. La Ciip, che non essendo entrata in possesso dell’impianto ha fatto verbalizzare di essere sollevata da qualsiasi responsabilità, ha fatto presente alle maestranze che non avendo il Piceno Consind riconsegnato il depuratore, è costretta a fare a meno anche dei dipendenti che sarebbero stati tutti riassorbiti. Ma l’accordo siglato con i sindacati, al momento non può trovare attuazione almeno fino a quando non avverrà - se mai avverrà - il passaggio di proprietà dal Piceno Consind alla Ciip tramite l’Ato. Nel frattempo, appare sempre più probabile che la diatriba si possa trasferire all’interno delle aule di tribunale. Una partita a scacchi che preoccupa cinquecento aziende che utilizzano l'impianto.

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