Provincia vicina al default
A rischio gli stipendi

Provincia vicina al default A rischio gli stipendi
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Venerdì 19 Settembre 2014, 21:11 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 10:19
ASCOLI - Rischio default per la Provincia di Ascoli Che la situazione dei conti di Palazzo S. Filippo fosse difficile e complicata lo si sapeva ormai da tempo, ma adesso tutti i nodi sono venuti al pettine e la dimostrazione che la Provincia di Ascoli tra le 55 d’Italia a rischio di fallimento.



Per la sopravvivenza dell'ente, anche se con competenze ridotte, tutto dipende dal bando di gara per la vendita dell'ex caserma dei vigili del Fuoco a corso Mazzini. Un'operazione dalla quale l'amministrazione provinciale conta di incassare 2,4 milioni di euro che sarebbero un'autentica boccata d'ossigeno per le asfittiche casse. La speranza è che ci siano acquirenti interessati all'operazione, altrimenti si andrà a una trattativa privata pur di alienare l'immobile.



Proprio perché la situazione dei conti è difficile, l'importante per gli amministratori provinciali è quello di non svendere l'immobile, soprattutto, se si dovesse procedere con una trattativa privata. La cosa urgente, al momento, è, insomma, collocare l'ex caserma dei vigili del fuoco senza riduzioni di prezzo, cioè, non farsi prendere per la gola come avviene in casi del genere. Risorse che servono anche ad alimentare la liquidità dell'ente ridotta praticamente a zero, se è vero che le poche somme a disposizione servirebbero a pagare gli stipendi dei dipendenti.



Che la situazione sia complessa è dimostrato anche dal fatto che gli uffici finanziari che tengono sotto controllo le utenze, hanno fatto sapere che, al momento, non ci sarebbero nemmeno le risorse per pagare le bollette di luce, gas, acqua e telefono. Secondo alcune indiscrezioni sembra che i fondi per il trasporto pubblico erogato dalla Regione alla Provincia, non siano stati girati alla Start. Si tratta di liquidità che l'ente preferisce avere in cassa proprio per fronteggiare eventuali situazioni di emergenza.



Così, come le solite indiscrezioni, fanno capire che la Provincia stia ritardando i pagamenti ai Comuni facendo leva su una specie di gioco a catena. Nel senso che si tratterebbe di risorse necessarie al pagamento ai fornitori, così come del resto fanno diversi Comuni. Una specie di catena di Sant’ Antonio che la dice lunga sulla situazione finanziaria di palazzo S. Filippo.



C'è anche da sottolineare che lo stesso piano di riequilibrio approntato diversi mesi fa faceva perno per le entrate su due voci fondamentali: la prima, quella relativa alla vendita del patrimonio, mentre la seconda faceva riferimento agli incassi per le infrazioni rilevate dagli autovelox. E anche su questo punto le cose non vanno certamente secondo le aspettative degli amministratori provinciali, perché nel piano di riequilibrio erano previste entrate per diversi milioni di euro, che al momento non si sono verificate e tutto è affidato, adesso, ai nuovi strumenti installati su alcune strade provinciali, ma vista l'esperienza passata c'è poco da stare allegri.



Una situazione, insomma, al limite del collasso, determinata, ed è giusto dirlo, dalla divisione della Provincia con l'istituzione del nuovo ente fermano. Un'operazione non voluta dagli amministratori del Piceno, ma che ha finito, comunque, con il dare il colpo di grazia alle casse di palazzo S. Filippo. Una situazione che potrebbe migliorare solo tra un paio di anni quando saranno effettivi gli esuberi programmati dall'amministrazione provinciale. Tutto sta a vedere se si riuscirà a superare questo biennio.



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