La crisi idrica lascia a secco il capoluogo: la Ciip vuole aprire due pozzi sui Sibillini

La crisi idrica lascia a secco il capoluogo: la Ciip vuole aprire due pozzi sui Sibillini
La crisi idrica lascia a secco il capoluogo: la Ciip vuole aprire due pozzi sui Sibillini
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Settembre 2021, 07:45

ASCOLI  - La crisi idrica non allenta la morsa e la Ciip è costretta a dover chiudere ulteriori serbatoi oltre quelli già interessati dal provvedimento della scorsa settimana. Dalle 22 di questa sera, rimarranno a secco anche i rubinetti di alcune zone di Ascoli e dei Comuni limitrofi di Maltignano e Castel di Lama. 


Una situazione determinata dal perdurare della riduzione delle portate delle sorgenti, del progressivo depauperamento degli impianti di soccorso e dell’andamento siccitoso stagionale, per garantire una equa distribuzione della risorsa idrica disponibile, che ha indotto la Ciip ad estendere la sospensione dell’erogazione idrica. «La situazione è molto grave - dice il presidente della società che garantisce il servizio idrico nel Piceno, Giacinto Alati - e rischia di peggiorare se le condizioni meteo non dovessero mutare. Voglio ringraziare il prefetto di Ascoli e quello di Fermo che, insieme con alcuni sindaci del territorio, hanno voluto sensibilizzare i cittadini ad un uso più responsabile della risorsa idrica». Con il provvedimento che entrerà in vigore questa sera, verrà chiuso anche il serbatoio di San Salvatore che grantisce il flusso idrico al rione del Pennile di Ascoli e quello di Mozzano che rifornisce le utenze della frazione ascolana. Chiusure che serviranno a razionalizzare nel migliore dei modi l’acqua a disposizione e cercare di ridurre al minimo i disagi per i cittadinio. 


Nel frattempo, la Ciip sta cercando nuove soluzioni per fronteggiare la crisi idrica, aggravata dal sisma, dopo che, a seguito delle scosse del 2016, la portata della sorgente di Foce di Montemonaco si è notevolmente ridotta, passando dai circa 500 litri al secondo del periodo pre-sisma a poco più di 100 di adesso. «Ho incontrato Erasmo D’Angelis, segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Appennino centrale, per valutare la possibilità di coinvolgere anche il dipartimento della Protezione civile per la realizzazione di due nuovi pozzi sui Sibillini - ha riferito Alati -.

Stiamo cerando così di superare anche gli ostacoli dovuti al fatto che dovremmo andare ad cercare l’acqua all’interno del Parco».

Lo scorso anno, l’allora capo della protezione civile Angelo Borrelli, nel corso di un suo intervento nella sala delle assemblee della Ciip ad Ascoli, avendo appreso delle serie difficoltà del Piceno per l’approvvigionamento idrico, si disse disponibile a valutare un eventuale intervento tenuto conto del perdurare della gravi crisi. A distanza di pochi mesi, però, c’è stato un avvicendamento al vertice della protezione civile nazionale con il ritorno di Fabrizio Curcio. Non è escluso che nelle prossime settimane, il presidente Alati possa incontrare lo stesso Curcio per rappresentare le difficoltà del territorio e cercare una soluzione condivisa per superare la crisi. Nel frattempo, però, l’azienda raccomanda di evitare gli sprechi e di non utilizzare l’acqua per innaffiare orti e giardini oppure per lavare le automobili. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA