ASCOLI - L’annuncio del sindaco di volere lastricare corso Trieste con la pietra lavica dell’Etna ha suscitato dibattito in città. E anche qualche critica come quella della consifliera regionale del Pd, Anna Casini.
« Leggo da giorni, anzi da mesi, dichiarazioni entusiastiche del sindaco Fioravanti sui giornali in merito alla nuova pavimentazione di corso Trieste che definisce un intervento di rilevo per il quale dobbiamo assumerci una grande responsabilità neppure fosse Haussmann a Parigi- afferma - . La nostra città è talmente immobile che siamo ridotti a leggere della posa in opera di basalto lavico dell’Etna, pietra neppure tipica dell’Ascolano, tra le notizie di rilievo. Che mortificazione leggere dell’aiuola di Santa Maria Intervineas, della omogeneità dei cestini, delle caditoie, fognature - ovviamente solo di corso Trieste - oppure su fantomatici festival del cinema, su acquisti di appartamenti inesistenti, sugli asili, tribunali, scuole, sull’ennesima proposta di riqualifica della Carbon che ritorna puntuale come una cometa».
Per la Casini dopo 20 anni di nulla gli ascolani si sono così abituati alla carenza di proposte e di progetti concreti di opere pubbliche che azioni di manutenzione della cosa pubblica vengono accolti con l’entusiasmo di un’opera straordinaria. «Basterebbe guardare, senza andare lontano, quello che fanno i Comuni vicini: strade, scuole, centri di aggregazione, asili, palestre, parchi -aggiunge Casini - Mentre loro realizzano, nel capoluogo continua la tradizione dell’annuncio e interventi puntuali ed episodici spesso più dannosi che utili a migliorare il decoro del nostro splendido centro storico».
Nel merito si dichiara inorridita dalla presunta scelta di lampioni “old style” «che hanno già ampiamente deturpato la citta, dalla volontà di reiterare l’errore di usare pietre grigio scuro di impatto identico all’asfalto classico e non tipiche delle nostre zone invece di usare il travertino o materiali di colore simile».