ASCOLI - Inaspettata doccia fredda per l’Ast picena. Con un atto del direttore generale dell’Ast di Fermo, firmato lunedì scorso, è stato concesso il semaforo verde all’acquisto di un sistema di chirurgia robotica per un importo pari a 9.196.790 euro, autorizzato dalla Regione. Eppure già nel 2020 si prevedeva di dotare l’allora Area Vasta picena di un robot chirurgico così da poter rendere maggiormente attrattivo il territorio di confine che avrebbe attratto utenti dal vicino Abruzzo. In merito ci fu anche un convegno del Rotary dove venne accolto con giubilo l’installazione del robot chirurgico.
L’utilizzo
Non a caso, nel gennaio scorso, i Comuni dell’Ambito Territoriale Sociale XXII hanno presentato alla direttrice generale dell’Ast di Ascoli Piceno, Nicoletta Natalini, all’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, e al sottosegretario di presidenza della Regione Marche, Aldo Salvi, una serie di proposte per lo sviluppo della sanità locale ritenendo «necessario portare sul territorio ascolano il robot chirurgico Da Vinci, nell’ottica di un suo utilizzo multi-professionale».
Lo sconcerto
La scelta della Regione Marche di assegnare il robot chirurgico all’ospedale Murri di Fermo ha spiazzato anche la direttrice generale dell’Ast, Nicoletta Natalini: «Non so cosa dire - ammette - ma non sono stata coinvolta in nessuna riunione su questo argomento». La sconfitta del Piceno e la vittoria di Fermo scatenano la reazione delle opposizione. Il Pd ha presentato un’interrogazione consiliare. «L’indizione della gara per il robot chirurgico a Fermo rappresenta un danno enorme per la sanità del Piceno e soprattutto indica il tradimento e il disinteresse nei confronti della salute dei nostri cittadini» denuncia Francesco Ameli, capogruppo del Pd in consiglio comunale. Secondo il Dem sarebbe la dimostrazione che con la complicità politica dei sindaci di Ascoli an Benedetto del Tronto, nella sanità picena ci si dividono le briciole. «Avere la chirurgia robotica vuol dire rivoluzionare la modalità di intervento e gestione del paziente e beneficiare di un innalzamento notevole della qualità assistenziale. Averla a Fermo però determinerà il rischio di fuga del personale che potrebbe scegliere di crescere professionalmente in un altro ospedale anziché nell’ Ast Ascoli - prosegue Ameli- Fioravanti, forse troppo impegnato a invadere la città di manifesti elettorali, è muto e non condivide piu ciò chiedeva insieme ai sindaci dell’ambito XXII? Invece che andare a brindare a Sanremo, il sindaco e la direttrice generale avrebbero fatto meglio ad impegnarsi per salvaguardare la sanità del Piceno». Ameli ricorda come a gennaio 2022 durante la presentazione del nuovo primario di Urologia, fu dichiarato che nell’Ast di Ascoli sarebbe arrivata la robotica per implementare e specializzare il Mazzoni. «A distanza di due anni oltre il danno la beffa: mentre i pazienti urologici continuano ad essere appoggiati ad altri reparti, si decide addirittura la robotica a Fermo! Purtroppo - conclude Ameli - il tempo passa; nel Fermano e nel Teramano si procede alla realizzazione dei nuovi ospedali con la robotica. Noi siamo rimasti a piedi».