Vendevano online mascherine mai arrivate, condannati due anconetani a 10 mesi per il bluff in pandemia: beffate anche le farmacie

Vendevano online mascherine mai arrivate, due condanne da 10 mesi
Vendevano online mascherine mai arrivate, due condanne da 10 mesi
di Federica Serfilippi
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 11:43

ANCONA Avrebbero pubblicizzato la vendita online di mascherine anti Covid, per poi prendere gli ordini e incassare i soldi. La merce, però, non sarebbe mai stata spedita. Almeno questa è la ricostruzione accusatoria con cui la procura ha fatto finire a giudizio due anconetani di 30 e 25 anni, con la duplice accusa di truffa e falso materiale. Il più grande dei due, difeso dall’avvocato Stefano Pauri, ha deciso di procedere con il rito ordinario: è stato condannato dal giudice Carlo Cimini a scontare dieci mesi di reclusione, pena sospesa. 

L’abbreviato

L’altro imputato (difesa avvocati Federica Battistoni e Costantino Larocca) ha subito la stessa pena - sempre beneficiando della condizionale - venendo però giudicato con l’abbreviato. Entrambi dovevano rispondere di otto episodi fraudolenti, ma per qualcuno è arrivato il proscioglimento, mancando la querela o essendo stata tardiva. Tra i beffati, la procura annoverava farmacie di varie parti d’Italia e privati cittadini, alla disperata ricerca dei dispositivi anti Covid per proteggersi dalla pandemia arrivata in Italia nei primi mesi del 2020.

La vendita, stando a quanto emerso, riguardava soprattutto mascherine Ffp2 e Ffp3.

La ricostruzione

Stando a quanto ricostruito, le truffe sarebbero partite nell’aprile del 2020. Per la vendita delle mascherine, sempre secondo l’accusa, i due avevano costruito un sito web, alterando il documento informatico del Ministero della Salute con la dicitura “soggetto autorizzato al commercio online di medicinali”, in realtà rilasciato a un’altra società.

E così, nella rete fraudolenta sarebbero finiti sia cittadini privati (di tutta Italia) che farmacie, per una truffa del valore totale di circa 3.500 euro. Per la procura, dopo aver pagato la merce, il sito non provvedeva ad inviare le mascherine ordinate. La frode sarebbe continuata fino a maggio 2020, con l’intervento della Polizia Postale. I due imputatihanno sempre respinto le accuse: non sarebbero stati loro ad aprire il sito web e a incassare i soldi dei beffati. Non è da escludere il ricorso in appello.

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