La spinta degli albergatori anconetani: «Hotel di lusso? Ci sono ma ora bisogna riempirli. Maxi fiere attira-turisti»

La spinta degli albergatori anconetani: «Hotel di lusso? Ci sono ma ora bisogna riempirli Maxi fiere attira-turisti»
La spinta degli albergatori anconetani: «Hotel di lusso? Ci sono ma ora bisogna riempirli Maxi fiere attira-turisti»
di Maria Cristina Benedetti
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Sabato 25 Novembre 2023, 06:48 - Ultimo aggiornamento: 11:16

ANCONA S'allarga, magari s'allunga, moltiplica l'effetto che fa. Sfrutta la scia, Michele Bernetti: «L'apertura del primo cinque stelle ad Ancona? È un salto di qualità». Punta sull'efficacia dei fatti il leader di Umani Ronchi, cantina-icona di Osimo, che è anche titolare del Grand Hotel Palace. «Significa avere un pacchetto d'offerte di pregio, che peraltro è anche un nostro obiettivo. Siamo già attrezzati, abbiamo rinnovato il nostro albergo da poco tempo». Arriva alla sintesi dell'accoglienza emozionale dalle sue camere con vista, sul porto e sul filo dell'orizzonte dell'Adriatico: «Stiamo per compiere un altro passo avanti, vedrete».

La rotta

Dev'essere la messa in pratica del corollario dell'emulazione, di cui è convinto sostenitore Ludovico Scortichini, tour operator, ad di Go World, e presidente di Confindustria turismo. Bernetti mantiene la rotta: «Siamo allineati». Segue la deduzione logica: «Le occasioni ci sono, mancano le situazioni che le rendano imperdibili. Due grandi fiere l'anno, per esempio?». La sua traiettoria ideale scorre tra Bari-Bologna-Verona, là dove il ritmo del viavai viene cadenzato da appuntamenti fissi e di culto. Dal vino alla cosmetica, alla mostra internazionale del Levante, si fa così. «Sono manifestazioni - è la sua convinzione - che catalizzano l'attenzione del visitatore sulla città». Collega i punti del rebus dorico: «Qui c'è il movimento legato al business, del porto e della Regione. Uno zoccolo duro. Si dovrebbe lavorare sul fronte grandi-eventi. Con i nuovi hotel, b&b e case vacanze la proposta cresce, riempiamola di senso». Nella sua ricetta, per incrementare il turismo del capoluogo, mette il decoro al primo posto. «Senza - subito avverte - rischiamo l'autogol». Poi, passa oltre. «Ci vogliono investimenti e tanta progettualità». S'allarga. Alza l'asticella, Guido Guidi. «Sono contento che si crei un contesto dinamico». Dal suo scenario da sogno su Ancona e sull'incanto di Portonovo, la somma di SeePort più SeeBay, coglie la suggestione: «Bene l'arrivo di un cinque stelle, auguri a tutti». E via, sul particolare che avrebbe voluto correggere. «Avrei seguito l'esempio della Puglia e della Sicilia, ovvero affidare l'alto di gamma dell'ospitalità alle grandi catene internazionali che, oltre a realizzare strutture fantastiche, creano la destinazione».

L'esempio a cui si affida è vincente: «Taormina era all'apice, ha conosciuto il declino per poi ripartire con l'arrivo di Four Seasons, la  multinazionale con sede a Toronto, attiva nell'accoglienza di lusso». Applica il suo principio, che all'incontrario va. «Sono per l'inclusività: il bello accessibile a tutti. Il mio quattro stelle lo è per il prezzo, ma per la proposta ne vale una in più, di stella». La sua formula ha un suono gentile: valorizzare le eccellenze, come le imbarcazioni più blasonate. «Che siano in costruzione, charter o yacht privati è la sua idea - si potrebbero ormeggiare al molo che sfila di fronte alla Fontana dei due soli di Enzo Cucchi. Sarebbe una vetrina preziosa». Non transige, il denominatore comune resta il decoro: «È un elemento fondamentale, è necessario riscoprire l'orgoglio della città». Dai teatri ai musei, ha un unico motto: «Sveliamola». Sollecita: «Gli spazi pubblici vanno utilizzati per portare ricchezza al territorio». Torna allo scrigno del Palazzo del Mutilato. «Forse m'è sfuggito qualcosa. Che sia stata un'occasione perduta?». L'asticella resta in bilico sul dubbio.

L'attenzione

In un ambiente di rarefatta eleganza, azzurrato dal mare che riempie la geometria delle finestre, Lorenza Castellani riepiloga: «Una grande soddisfazione, vuol dire che Ancona merita attenzione». Dal suo Grand Hotel Passetto, che s'inerpica sul Conero, alle suite esclusive su corso Stamira annulla le distanze: «Va bene per tutti, è uno stimolo per crescere». Con garbo, vorrebbe sciogliere il nodo del richiamo, ancora troppo flebile, dei viaggiatori: «Mancano infrastrutture efficaci e un'offerta adeguata: ristoranti, musei, mostre». La sua più che un'ambizione è un auspicio: «Sarebbe opportuno avere un polo di attrattività culturali almeno di respiro nazionale». Consolida la tesi grandi-eventi. «Noi - osserva sconsolata - non adiamo oltre la dimensione regionale». Vorrebbe moltiplicare l'effetto.

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