ANCONA La denuncia sporta ai carabinieri di Rieti non è stata vana. Roberta Faraglia chiedeva agli inquirenti di indagare sulla morte del figlio. La risposta della procura di Ancona non si è fatta attendere, perché ieri ha aperto un fascicolo sul decesso di Matteo Concetti, il 25enne trovato impiccato venerdì pomeriggio nella cella di isolamento del carcere di Montacuto. L’ipotesi di reato: istigazione al suicidio. Per ora, il pm Marco Pucilli non ha iscritto alcun nome sul registro degli indagati.
I quesiti
Il magistrato ha disposto il primo accertamento irripetibile: l’autopsia sul corpo del ragazzo, nato a Fermo da una famiglia originaria di Rieti e in carcere per un cumulo di pene legate ai reati contro il patrimonio. L’accertamento si terrà venerdì mattina all’obitorio dell’ospedale Inrca. Al perito, il dottor Raffaele Giorgetti, è stato chiesto di accertare le cause della morte e di capire se il detenuto avesse assunto medicinali o sostanze. Sul primo quesito, i dubbi sono inesistenti: Concetti si è impiccato nella bagno della cella d’isolamento dove era finito dopo aver aggredito un agente. Il grande interrogativo, quello che ha spinto la mamma a sporgere denuncia ed affidarsi all’avvocato Giacomo Curzi, è perché si è tolto la vita.
I dubbi
Una domanda che guida anche l’inchiesta avviata dalla procura, che ha già disposto l’acquisizione della documentazione del carcere relativa al 25enne e la sua cartella clinica.
Prima di finire in carcere era stato per due anni in una comunità terapeutica, dove era entrato con una doppia diagnosi: tossicodipendenza e problemi di natura psichica. Concetti aveva evitato la cella (il cumulo pene è di circa 4 anni) ottenendo l’affidamento in prova ai servizi sociali: lavorava in un ristorante del Fermano e aveva preso casa con la sua compagna. Poi, alla fine della scorsa estate il beneficio gli è stato revocato dal Tribunale di Sorveglianza dopo aver commesso uno sgarro.
Al trasferimento in cella si è apposta la difesa, presentando la relazione psichiatrica del perito del tribunale di Rieti e sostenendo l’incompatibilità tra il regime carcerario e le condizioni di salute del 25enne. Obiezione respinta. Concetti è stato portato a settembre nel penitenziario di Fermo, poi a novembre il trasferimento a Montacuto, una delle strutture più sovraffollate delle Marche (330 detenuti per 256 posti, dati ministeriali). Sarebbe uscito ad agosto. Perché il trasferimento? E soprattutto: le sue condizioni erano compatibili con una cella d’isolamento? Qualche ora prima della tragedia, aveva confessato ai genitori: «Se mi rimettono lì, io m’ammazzo». Un’intenzione che avrebbe anche palesato agli agenti della Penitenziaria.