C’è il modulo per pazienti contagiati ma non può essere ancora operativo

Il container allestito nel parcheggio dietro al Pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani
Il container allestito nel parcheggio dietro al Pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani
di Talita Frezzi
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 06:55

JESI  - Sono in via di completamento le parti che compongono il modulo dell’Asur regionale destinato al Pronto soccorso dellospedale Carlo Urbani. Una struttura da 45 metri quadrati - identica a quelle allestite davanti al pronto soccorso di Senigallia e Fabriano - che aiuterà l’unità operativa di emergenza/urgenza a gestire l’afflusso di pazienti Covid in attesa di ricovero. Ma rispetto alle tempistiche pianificate, secondo cui lo step finale dell’allaccio degli impianti elettrici sarebbe stato in programma per oggi con l’ingresso dei primi pazienti Covid positivi già in serata, ci sono stati purtroppo dei ritardi. 

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L’ufficio tecnico solo nel pomeriggio di ieri ha comunicato al primario del Pronto soccorso dottor Mario Càroli, che sta seguendo l’allestimento e l’organizzazione del servizio nel modulo, la difficoltà legata agli impianti elettrici, che comporterà un ritardo di qualche giorno nella piena esecutività della struttura. «Avremmo dovuto completare tutto per domani (oggi, ndr), ma ci sono delle difficoltà impreviste - spiega Càroli - gli operai cercheranno di risolvere tutto entro questa settimana e se non ci saranno altri ritardi dovuti a problemi tecnici, presumibilmente i primi ricoveri di pazienti Covid positivi saranno all’inizio della prossima settimana.

Dobbiamo allestire il modulo con tutti i requisiti di sicurezza per i pazienti e per il personale che opererà all’interno». La struttura mobile è stata posizionata nel parcheggio dietro il Pronto soccorso vicino all’area di sosta delle ambulanze. 


Uno spazio che permetterà di avere a disposizione ulteriori sei posti letto per implementare la capienza delle unità operative e la loro capacità di fare da filtro. «Questo modulo è attrezzato con 6 posti letto che noi dedicheremo come modulo buffer per tenere dentro pazienti Covid positivi che necessitano di ricovero e quindi è un modulo di intercapedine in attesa che ci siano posti letto negli ospedali dedicati – spiega ancora Càroli –. In questo momento all’ospedale Carlo Urbani sono ricoverati all’interno della Pneumologia 26 pazienti, più ce ne sono 8 che sono ricoverati nella terapia sub-intensiva mentre all’interno del nostro Pronto soccorso, in camere dedicate, ci sono 3 pazienti in attesa di un ricovero». E se nella prima ondata di pandemia l’ospedale jesino e in particolare proprio il Pronto soccorso ha fatto la parte del leone, gestendo oltre il 50% dei pazienti Covid positivi provenienti da tutta la Regione, stavolta il primario mette in chiaro un punto fondamentale: «Faremo di tutto affinché l’ospedale di Jesi non si ritrasformi in un Covid-Hospital perché in questa fase è fondamentale che noi riusciamo a gestire sia le emergenze legate alle insufficienze respiratorie del Covid, sia tutte le patologie che abitualmente interessano un ospedale. Stiamo facendo di tutto affinché questo non avvenga». 

Intanto, il Carlo Urbani sta attuando una necessaria riconversione dei reparti per gestire il flusso di pazienti positivi in percorsi diversificati da quelli puliti riservati ai pazienti con patologie ordinarie. Sono reparti Covid la Pneumologia e l’Utic, più sono allestiti dei posti letto di sub-intensiva e intensiva nel reparto di Rianimazione (2 box isolati) e in Pronto soccorso. 

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