Non sopporta più i latrati del cane della vicina: evade dai domiciliari per tornare in carcere

Non sopporta più i latrati del cane della vicina: evade dai domiciliari per tornare in carcere
di Federica Serfilippi
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Giovedì 1 Luglio 2021, 01:55

FABRIANO -  Tormentato dai guaiti del cane della vicina, evade dai domiciliari e si fa arrestare. Per la serie: meglio in carcere che stare in casa. È il retroscena del processo terminato ieri al quinto piano del tribunale di fronte al giudice Elisa Matricardi. Imputata per disturbo della quiete pubblica era una 46enne originaria del Venezuela, all’epoca dei fatti residente in un quartiere periferico di Fabriano.

La donna, difesa dall’avvocato Enrico Carmenati, è finita in aula in quanto proprietaria del Chihuahua che per due anni avrebbe reso la vita impossibile a un 50enne fabrianese. È lui che, nell’autunno del 2018 e dopo varie denunce presentate nei confronti della sudamericana per via dei latrati del cane, aveva deciso di evadere dai domiciliari (doveva scontare una pena definitiva per omicidio stradale) e farsi portare in carcere per trovare un po’ di quiete. Ieri mattina la 46enne è stata condannata dal giudice al pagamento di una ammenda del valore di 300 euro. 
Dovrà risarcire con 5mila euro il fabrianese, parte civile con l’avvocato Paolo Tartuferi. L’uomo, una volta scarcerato da Montacuto, aveva immediatamente abbandonato l’appartamento per andare a vivere in auto, in attesa di trovare un’altra locazione. I primi battibecchi tra l’imputata e il 50enne risalgono a fine 2015. Lei viveva al piano superiore con il suo Chihuahua. Più di una volta il vicino si sarebbe lamentato per l’abbaiare del cane, finendo anche col presentare plurime denunce.
Esasperato dalla situazione, la notte di Natale del 2015 aveva anche sbattuto con forza un pugno sulla porta della venezuelana per intimarla a controllare l’animale. Ci sarebbero anche state parole forti, tanto che il 50enne risulta essere imputato in un altro procedimento per minacce e danneggiamento. Nell’aprile del 2018, le cose erano precipitate con il 50enne relegato in detenzione domiciliare per scontare una pena di otto mesi per omicidio stradale. 
Avrebbe resistito sei mesi H24 a casa, poi la decisione estrema per non sentire più il cane: uscire dal suo appartamento e farsi arrestare dalle forze dell’ordine per evasione. È rimasto a Montacuto due mesi, fino all’espiazione della pena, per poi tornare a casa, fare le valigie e abbandonare definitivamente l’alloggio.

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