CASTELFIDARDO - Non solo vasi, fiori e lumini. Dalle tombe del cimitero di Castelfidardo spariscono anche ornamenti natalizi e oggetti personali lasciati in ricordo dei defunti. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa quando una pensionata di 82 anni, facendo visita alle tombe del marito e del figlio prematuramente scomparso, ha notato che anche il piccolo presepe con il quale aveva decorato l’edicola di famiglia era stato rubato.
Appena il giorno prima, con grande dispiacere, aveva preso atto del furto delle luci dell’alberello con cui aveva voluto condividere assieme ai suoi cari l’atmosfera del Natale che nel periodo delle feste si respirava in casa quando la famiglia era riunita.
La serie nera
Dalle stesse lapidi, in passato, erano state sottratte più volte composizioni floreali e altre decorazioni. Al punto che quando il coniuge era ancora in vita, la coppia esasperata si era rivolta ai carabinieri per segnalare l’accaduto. E non si tratterebbe, purtroppo, neppure di un caso isolato. Sono diversi i cittadini che continuano a lamentare ripetuti furti al camposanto, ad oggi nessuno formalmente denunciato e tutti rimasti senza colpevole. Un gesto non nuovo ma che ogni volta è fonte di amarezza per le persone, di fatto, colpite nei loro affetti più cari. Al dolore per la perdita dei propri familiari si aggiunge infatti l’avvilimento e lo sconforto di vedersi privare anche degli oggetti simbolo dell’amore e del pensiero costante di chi li posa.
La svolta possibile
Nell’ottobre scorso sembrava arrivata la svolta. Le indagini condotte dalla Polizia Locale, che in questi mesi si è spesa con grande impegno per risalire al responsabile dei piccoli ma odiosi furti al cimitero, avevano consegnato nelle mani della Procura il nome di un’indiziata che, se il fascicolo non verrà archiviato, potrebbe rischiare una denuncia penale. La legge italiana, infatti, prevede una serie di norme che tutelano il sentimento religioso e quello che, generalmente, le persone provano nei confronti dei defunti. Offendere la memoria di chi non c’è più anche attraverso gli oggetti lasciati dai familiari nei luoghi di sepoltura può configurare il reato di vilipendio, punibile con la reclusione fino a tre anni.
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