BARBARA - Un male che non perdona ha stroncato a Barbara la giovane vita di Ali. Si è spento ieri a 30 anni, e dopo lunghi mesi di sofferenze, Ali Hadergjonaj. Ali veniva dal Kossovo, ma era un barbarese a tutti gli effetti. E’ cresciuto a Barbara e ha trascorso nella cittadina dell’hinterland senigalliese tutta la sua vita, dagli anni dell’infanzia a quest’ultimo, duro periodo nel quale il male lo ha fiaccato nel fisico, ma non nel morale.
Ha lavorato a Serra de’ Conti, in una torneria automatica, sino a quando le condizioni di salute glielo hanno permesso. Non si è mai perso d’animo, fino agli ultimi giorni. Per la comunità, un lutto collettivo come spiega il sindaco Riccardo Pasqualini: «Ali -dice Pasqualini- era in tutto e per tutto un barbarese. E’ cresciuto qui, è venuto su insieme ai nostri ragazzi, ha giocato con loro, con loro ha frequentato le scuole. La sua famiglia veniva da una terra nella quale aveva dovuto sopportare sacrifici e privazioni, ma si era integrata benissimo in paese: sono persone di una educazione e di una compostezza esemplari, nostri concittadini a pieno titolo. Ali socializzava con tutti. Ha mantenuto, sino alla fine, una ammirevole forza d’animo. Anche durante questi ultimi mesi, pur provato dalla malattia, mi è capitato di incontrarlo più volte, debilitato ma ancora con la voglia di uscire di casa, di passeggiare per le vie di un paese che sentiva suo».
Il sindaco ha voluto esternare l’affetto dei barbaresi per Ali e la loro vicinanza alla famiglia così provata con un commosso messaggio pubblicato sul portale di informazione del Comune, facendosi interprete del dolore della comunità: «Che tu possa riposare in pace, che la terra ti sia lieve carissimo Ali», questa la toccante chiusura del post del sindaco.