«Ti uccido e ti metto nel congelatore». Minacce e botte dal marito per 5 anni, ora è sotto processo

Il dramma di una giovane mamma a Jesi: «Mi picchiava anche con il bimbo in braccio»

Una pattuglia dei carabinieri all’ingresso del tribunale
Una pattuglia dei carabinieri all’ingresso del tribunale
di Stefano Rispoli
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 08:48

JESI «Ti faccio a pezzi e ti metto nel congelatore. Anzi, ti muro nelle pareti di casa». Lo ripeteva spesso alla moglie. La insultava e la minacciava di morte ogni qual volta tornava a casa ubriaco, la sera. Spendeva i soldi con gli amici e poi costringeva lei a lavorare, anziché stare con i due figli. «Quando beveva mi dava della prostituta. Una volta dovevamo uscire, mi ero messa dei pantaloni attillati e una maglietta corta, ma lui si è infuriato e mi ha dato una sberla. Diceva che non potevo farmi vedere in giro in quel modo».

La denuncia

Dopo anni di silenzio, la 35enne romena, residente a Jesi, ha deciso di vuotare il sacco, anche se è stata la madre a dare il la alle indagini, sporgendo denuncia perché da giorni non riusciva a mettersi in contatto con la figlia ed era preoccupata.

Era il 3 marzo del 2021. I carabinieri andarono subito a casa della giovane mamma e la trovarono sotto choc. Aveva il segno di un morso sulla mano, poi è scoppiata in lacrime.

Da quel giorno la sua vita è cambiata perché ha avuto il coraggio di testimoniare contro il marito. Lui, 35enne romeno difeso dall’avvocato Carla Popoviciu, è finito a processo per i maltrattamenti di cui si sarebbe reso responsabile per 5 anni. Quando beveva, perdeva il controllo. Una volta avrebbe picchiato la moglie - assistita dall’avvocato Elisabetta Candi - che teneva il bambino in braccio, afferrandola per i capelli e sferrandole due pugni al capo. Lei, terrorizzata, era scappata di casa per rifugiarsi da una vicina.

Gli episodi

Stando alle indagini condotte dai carabinieri, in un’altra circostanza la giovane mamma sarebbe stata colpita con una ginocchiata dal marito geloso: la accusava di averla tradita con un loro parente che in quel periodo ospitavano in casa e pretendeva che denunciasse il presunto violentatore, tanto da trascinarla dai carabinieri.

La 35enne ha raccontato a poco a poco l’inferno vissuto in casa, durante una convivenza definita intollerabile, in cui sarebbe stata puntualmente insultata e sottoposta a continue vessazioni fisiche e morali, anche in presenza dei loro figli piccoli. Il marito era solito controllarle il cellulare, le avrebbe impedito di vestirsi in determinati modi e di avere contatti con familiari e amici. La situazione sarebbe degenerata nel momento in cui la 35enne ha manifestato all’uomo che le ha giurato amore eterno di volersene andare di casa per tornare dalla madre. «Ah sì? Allora ti ammazzo, ti faccio a pezzi e ti metto nel congelatore», le avrebbe risposto. Lei, per paura, non l’ha mai denunciato. Ci ha pensato la madre a farlo. Il processo, dopo un rinvio dovuto allo sciopero degli avvocati penalisti, riprenderà il 22 febbraio con la discussione.

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