Il barista getta la cocaina nel water, gli spacciatori lo minacciano: «Paga o ti spariamo in testa». Due albanesi a processo

Il tribunale di Ancona
Il tribunale di Ancona
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 15 Giugno 2022, 01:55

SENIGALLIA - Invece di conservare un quantitativo di cocaina, l’avrebbe distrutta, gettandola nel water. Il pusher, così, avrebbe iniziato a tempestarlo di minacce per fargli ripagare il danno: 2.500 euro oppure per il mancato “tesoriere” dello stupefacente sarebbe finita male.

Il tentativo di estorsione è invece terminato con l’intervento dei carabinieri e la denuncia sia del pusher, un 40enne albanese, che dell’uomo, un connazionale di 5 anni più grande, che lo avrebbe spalleggiato nel terrorizzare la vittima, un barista di Senigallia. Ieri mattina, il gup Alberto Pallucchini ha rinviato a giudizio i due albanesi: devono rispondere di tentata estorsione in concorso. 


Al 40enne è stata anche contestata la detenzione di cocaina ai fini di spaccio. Il processo per i due si aprirà il 2 aprile del 2024. Gli imputati, sicuri di poter smontare le accuse a dibattimento, verranno difesi dagli avvocati Francesca Petruzzo, Gianni Marasca e Germana Riso. Stando alle difese, non ci sarebbero i riscontri per provare il possesso dell’oggetto da cui poi sarebbe nata la presunta estorsione: la cocaina. Tutto si baserebbe sul racconto fatto dal barista ai carabinieri in sede di denuncia. 
All’epoca delle indagini, erano stati sequestrati i cellulari degli albanesi: sarebbero emersi messaggi legati a un debito di denaro, ma non si sarebbe mai parlato di droga. Spetterà al giudice, tra due anni, valutare la querelle. Stando a quanto ricostruito dalla procura, sulla scorta degli accertamenti dei militari, tutto sarebbe avvenuto tra l’agosto del 2017 e il marzo dell’anno successivo. Il 40enne si sarebbe rivolto al barista, che vive a Ostra, per fargli nascondere in casa circa mezzo etto di cocaina. Un posto sicuro prima di dividerla in dosi e piazzarla sul mercato. Tale quantitativo, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbe però finito nel water del bagno di casa del barista che, di tenere la droga, proprio non ne voleva sapere. Con lo stupefacente sparito e una perdita di denaro notevole derivata dalla vendita mancata, sarebbero partite le minacce nei confronti del senigalliese. 
In questo frangente, il presunto pusher sarebbe stato spalleggiato dal 45enne.

I due si sarebbero presentati al bar della vittima con fare minaccioso, mimando anche il gesto dello sparo con una pistola: «Questa me la paghi cara, vieni che dobbiamo risolvere la questione» avrebbe detto il 40enne, che pretendeva – a fronte della droga perduta – il pagamento di 2.500 euro. Dopo la visita della coppia di albanesi, il barista aveva subito chiamato i carabinieri. 

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