I baby teppisti incubo del centro: «Arrivano sempre in gruppo. C'è da avere paura»

I baby teppisti incubo del centro: «Arrivano sempre in gruppo. C'è da avere paura»
di Stefano Rispoli
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Domenica 6 Marzo 2022, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 20:56

ANCONA - «Ha preso una sedia del mio locale e stava per lanciargliela addosso: sono riuscito a strappargliela di mano prima che lo colpisse». Ercan Gurhopur è il “kebabbaro” di piazza Cavour. Sotto i portici vede passare ogni giorno decine di ragazzini, soprattutto nel weekend. E non di rado ha a che fare con i bulletti dello struscio. «L’ho detto anche alla polizia: quando arrivano in 4-5 ed entrano tutti insieme, li mando via prima ancora che si siedano. Non voglio trovare problemi», racconta. Davanti al suo negozio venerdì pomeriggio è scoppiato l’ennesimo tafferuglio. Due giovani si sono picchiati, uno avrà avuto 16-17 anni, italiano, l’altro, d’origine nordafricana, era più grande. Per motivi poco chiari, sono venuti alle mani: urla, spintoni, pugni. Il caos. 

Il racconto

«Sono intervenuto prima che il ragazzo straniero scaraventasse una sedia contro l’altro». Negli occhi del commerciante turco scorrono le scene di violenza. «Uno picchiava l’altro, li ho separati, poi sono arrivati gli amici del ragazzo italiano. L’hanno accompagnato verso la fermata dell’autobus per farlo salire sulla linea 3. Ma l’altro l’ha inseguito, è salito perfino sul bus, continuava a urlare e non voleva lasciarlo andare». Alla fine, trattenuto a forza, il ragazzo nordafricano è stato fatto scendere. L’autista ha chiuso le porte ed è partito, con il borbottio dei passeggeri spaventati in sottofondo. È stata una passante, che ha assistito alla scena, a chiamare il numero unico d’emergenza 112. Le Volanti della questura dorica si sono portate in piazza Cavour a sirene spiegate. Ma nel frattempo anche il presunto aggressore s’era allontanato. 
«Quando ho sentito urlare e ho visto quei due ragazzi che si azzuffavano, mi sono barricata in negozio», racconta Linda Censi, titolare dell’ottica Aràbi.

Una vecchia e sana abitudine, quella di chiudersi a chiave e aprire solo ai clienti conosciuti, a cui la commerciante non rinuncia, anche se la situazione è nettamente migliorata negli ultimi tempi. «Da quando in piazza Cavour hanno messo un presidio fisso delle forze dell’ordine al pomeriggio, in particolare nel fine settimana, le cose sono cambiate - riconosce l’ottica -. Infatti era da un po’ di tempo che non si verificano episodi come questo. Sarebbe il sogno di tutti vedere ogni giorno le pattuglie della polizia qui davanti, ma mi rendo conto che le risorse sono limitate e non possiamo pretendere un controllo stabile». Tuttavia, è innegabile che la presenza delle divise in piazza Cavour sia stato un deterrente eccellente. «Quando vedono polizia e carabinieri, questi ragazzini qui proprio non si presentano - conferma Ercan, il titolare del Kebab -. Ma se non stanno qua, si rintanano sotto la Galleria Dorica, e viceversa». 

Il degrado

Nel periodo natalizio i commercianti dei portici hanno valutato la possibilità di ingaggiare una guardia giurata, nell’ottica della sicurezza integrata, proprio come è avvenuto sotto la Galleria. Ma l’ipotesi non si è più tradotta in realtà. «Certo la presenza fissa della polizia in piazza Cavour ha funzionato - riflette Stefano Paolinelli della Pizzeria Centrale da Sante -. Perché non riproporre questa soluzione per tutti i weekend?». Ma le “dimostrazioni di forza” non sono l’unico antidoto ai baby violenti. Serve altro, una trasformazione radicale dei portici perché degrado attira degrado. «Guardi lo stato dei lampadari, invasi dagli escrementi dei piccioni: fanno il nido qui sopra, dobbiamo pulire i tavolini cinquanta volte al minuto - osserva Paolinelli -. Sa da quanto tempo chiediamo che venga fatta una riqualificazione generale, anche delle colonne scrostate? Comune e privati dovrebbero trovare un accordo. E invece siamo così, abbandonati». 

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