Il papà della 15enne suicida: «Sono disperato. Il matrimonio forzato? Non è vero»

L'uomo è indagato per istigazione al suicidio. La minore a una prof: «Vogliono portami in Bangladesh»

Il papà della 15enne suicida: «Sono disperato. Il matrimonio forzato? Non è vero»
Il papà della 15enne suicida: «Sono disperato. Il matrimonio forzato? Non è vero»
di Federica Serfilippi
4 Minuti di Lettura
Domenica 5 Novembre 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 07:01

ANCONA  - «Sono un uomo disperato. Il matrimonio combinato in Bangladesh? Non è vero niente». Si strugge tra il dolore e il pensiero di un’accusa pesantissima il papà della 15enne bengalese morta giovedì pomeriggio dopo essere caduta dal quarto piano della sua abitazione. Per la procura non ci sono più dubbi: è stato un gesto estremo compiuto dalla ragazzina. Sul papà, operaio e da anni in Italia, il pm Andrea Laurino ha ipotizzato il reato di istigazione al suicidio. 


Le ombre


Ed è proprio sui rapporti tra padre e figlia (anche lei di credo islamico, ma non conservatrice al tal punto da portare il velo) che si stanno concentrando le indagini della polizia. «Lei mi voleva bene - ha detto il papà, che deve ancora essere ascoltato dagli inquirenti - passeggiavamo spesso insieme.

Non è vero niente del matrimonio forzato in Bangladesh». Eppure di quel presunto connubio in patria la ragazzina lo aveva confidato a un’insegnate la scorso inverno. Faceva la terza media. «Mi vogliono far tornare in Bangladesh per farmi sposare e non continuare gli studi» sarebbero stati gli estremi della richiesta di aiuto della ragazzina, che aveva compiuto 15 anni due giorni prima di lasciarsi cadere dal balcone di casa, al Piano. Dalla scuola era partita la segnalazione ai servizi sociali del Comune e alla procura minorile. Svolti gli accertamenti preliminari, nella primavera del 2023 era arrivato il decreto del tribunale competente: da una parte si è bloccato il permesso di espatrio della minore, dall’altra si dava atto di dover valutare la capacità genitoriale del papà e della mamma. 


L’iter


Come succede in questi casi, è iniziato un ciclo di incontri, portato avanti nel corso dell’estate. La 15enne e i suoi genitori hanno affrontato un percorso con gli psicologi del consultorio per monitore la situazione e valutare il contesto domestico. A fine agosto c’è stata la valutazione del papà e della mamma della ragazzina: sono risultati sufficientemente adeguati a mantenere la potestà genitoriale. L’iscrizione al primo anno di superiori è stata garantita, così che la 15enne - perfettamente integrata e paladina dei diritti delle donne - ha cominciato regolarmente l’anno scolastico al Podesti Calzecchi Onesti di Passo Varano. Sognava un futuro nella moda e nell’arte.

Davanti a un quadro del genere, «la fase emergenziale della situazione per noi era rientrata. Ma il monitoraggio è rimasto costante e continuo» ha specificato l’assessore ai servizi sociali del Comune, l’avvocato Manuela Caucci. Quindi, sono continuati in maniera regolare gli incontri della 15enne con gli psicologi, in particolare quelli dello sportello scolastico, con cui si trovava particolarmente a suo agio. Avrebbe dovuto avere un incontro anche il 31 ottobre, il giorno successivo al tragico volo dal quarto piano.


Il 31enne si sarebbe dovuta sottoporre anche un accertamento ginecologico, da lei stessa richiesto. La procura tende a non fare di tale consequenzialità temporale una coincidenza. Per gli inquirenti è il papà la figura chiave dell’inchiesta: che quel matrimonio paventato mesi prima si sia riproposto? O forse con il suo modo d vivere temeva di non poter più ricucire i rapporti con la sua famiglia? Prima del volo choc i vicini hanno sentito delle urla. In quel momento, c’era la mamma in casa. Il papà era al lavoro. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA