Il nuovo questore Capocasa: «Lotta al degrado e ai bulli, ma niente prove muscolari. Gli irregolari via da Ancona»

Il nuovo questore Cesare Capocasa
Il nuovo questore Cesare Capocasa
di Stefano Rispoli
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Sabato 23 Ottobre 2021, 04:10

ANCONA - Dottor Cesare Capocasa, nuovo questore di Ancona: giovedì si insedierà nel capoluogo dorico. Che realtà ritiene di incontrare? 
«Mi lasci dire, in primo luogo, di essere particolarmente lusingato di tornare nella mia regione d’origine da cui manco da vent’anni. Un territorio che conosco bene, visti i miei trascorsi ai Commissariati di Fermo e San Benedetto. Arrivo in una provincia complessa, caratterizzata dall’esistenza del porto che la espone per natura a possibili infiltrazioni, anche se non emergono particolari evidenze sulla presenza della criminalità organizzata. E poi è affacciata sull’altra sponda dell’Adriatico, elemento di cui non si può non tener conto. La crescente attività immobiliare legata al settore del turismo, inoltre, esercita un appeal importante anche per la criminalità: è un altro settore che dovremo monitorare attentamente». 


Si è già confrontato con il prefetto Darco Pellos? 
«Sì, abbiamo fatto una chiacchierata al telefono, in attesa di conoscerci». 


Le ha illustrato le questioni più calde della città, a cominciare dalle baby gang? 
«Guardi, io e il prefetto concordiamo sul fatto che certe situazioni articolate vadano affrontate con dedizione, impegno e con la sinergia tra tutte le componenti, non solo quelle istituzionali. La rete è il sistema più efficace per realizzare in modo compiuto gli obiettivi condivisi, necessari a garantire la tutela della collettività». 


Serve il pugno di ferro contro i bulli? 
«Le prove muscolari non mi appartengono, la tolleranza zero è l’extrema ratio.

La partita si gioca in termini di sicurezza urbana, che è il bene pubblico fondamentale per garantire la vivibilità di un territorio. La lotta intelligente è quella contro il degrado e le condotte di inciviltà, incluse quelle che non hanno rilievo penale ma determinano una percezione di insicurezza: parlo del quartiere abbandonato, del parco poco illuminato e luogo di ritrovo di balordi, del decoro da mantenere». 


In questi casi, come intervenire? 
«Con il presidio del territorio. Dovremo essere molto incisivi nell’assicurare la legalità, ma anche sensibili nell’interpretare il disagio dei cittadini. Occorre essere presenti nelle aree degradate, attraverso controlli intensi sulla strada». 


Il problema è che la Questura dorica deve fare i conti con un drastico taglio di uomini e mezzi a seguito del declassamento del 2018. 
«Al mio arrivo analizzerò la situazione e cercherò di capitalizzare al massimo le risorse a disposizione per non far mancare un attento presidio e un controllo dinamico della città e della provincia». 


Tra i nodi principali, c’è quello degli stranieri-fantasma che popolano la città. Che fare? 
«Il controllo passa anche da questo. Quando ero questore di Imperia, per 3 anni ho gestito l’emergenza dei migranti a Ventimiglia. Allontaneremo i soggetti irregolari, in particolare quelli che si macchiano di reati e sono destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza pubblica. Agli anconetani chiederò collaborazione. Da parte nostra, ci saremo sempre: la Polizia che ho sempre amato è quella in grado di essere vicina ai bisogni dei cittadini». 

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