Registro elettronico del liceo taroccato, in 30 chiedono la messa in prova: «Adesso facciamo i bravi»

Registro elettronico del liceo taroccato, in 30 chiedono la messa in prova: «Adesso facciamo i bravi»
Registro elettronico del liceo taroccato, in 30 chiedono la messa in prova: «Adesso facciamo i bravi»
di Federica Serfilippi
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Martedì 25 Gennaio 2022, 01:55

ANCONA - Evitare il processo e mettersi definitivamente alle spalle le bravate dell’ultimo anno di liceo. Hanno chiesto di poter accedere alla messa alla prova gli ex studenti del liceo Savoia Benincasa finiti nel mirino del pm Daniele Paci per aver, questo imputa la procura, messo mano al registro elettronico dell’anno scolastico 2015-2016, cancellando uscite anticipate, entrate in ritardo, assenze ingiustificate e ritoccando solo in alcuni casi i voti.

Ieri mattina, nell’ambito dell’udienza preliminare davanti al gup Francesca De Palma, hanno presentato istanza di Map 30 ex alunni.

Quattro, invece, procederanno in maniera ordinaria. 

Il percorso 

Il giudice ha rinviato l’udienza al 23 giugno per poter permettere ai difensori di rivolgersi all’Uepe (Ufficio per l’esecuzione della pena esterna) e stilare un percorso che possa includere volontariato e opere di pubblica utilità. Sarà poi il gup a stabilire la durata degli iter alternativi al processo. In caso di giudizio positivo, al termine del progetto di Map, i reati contestati verranno dichiarati estinti. A vario titolo, la procura ha imputato due accuse: falso materiale e accesso abusivo al sistema informatico. Tra gli ex studenti ci sono 23 ragazze e 11 ragazzi, di età compresa tra i 24 e i 27 anni, residenti perlopiù nel capoluogo dorico. Ad oggi, alcuni hanno terminato l’università, affacciandosi nel mondo del lavoro per la prima volta, altri hanno già un’occupazione. 

L’accusa 

All’epoca dei fatti, stavano tutti affrontando l’ultimo anno di liceo: i 34 finiti davanti al giudice erano in quattro classi diverse. Come avrebbero fatto ad accedere al registro informatico? Stando a quanto riscontrato dagli inquirenti, utilizzando le credenziali di due professori di cui – non si sa come – erano venuti a conoscenza. Con le chiavi d’accesso i ragazzi sarebbero entrati abusivamente nel sistema informatico dell’istituto, collegato al server del Miur, per migliorare la propria presentazione in vista dell’esame di maturità e cancellare le tracce di alcune assenze. Pochissimi episodi riguardano modifiche ai voti. Le manomissioni contestate erano state scoperte dalla preside Alessandra Rucci (ora dirigente del liceo scientifico Galilei) dopo un confronto tra il registro elettronico e un fascicolo cartaceo dove venivano tenute le “storie didattiche” degli alunni. 
Era partita poi la denuncia alla Polizia Postale. Va detto che due studenti, all’epoca non ancora diciottenni, sono stati già processati e assolti dal tribunale dei Minori per la tenuità dei fatti. In un primo momento, nell’inchiesta erano finiti anche 20 genitori perché erano gli intestatari delle utenze telefoniche a cui i figli si collegavano per taroccare voti e assenze. Gli inquirenti hanno accolto le memorie difensive dei loro avvocati che hanno provato come i genitori fossero del tutto estranei e inconsapevoli delle condotte dei loro ragazzi. Così, davanti al giudice sono finiti in 34. Il reato di accesso abusivo è contestato in forma pluriaggravata, dall’aver danneggiato dati e informazioni, e dall’aver avuto accesso a un sistema di interesse pubblico. 

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