ANCONA - Un’opera in grado di rispondere alle esigenze del sempre crescente numero di poveri, circa 170 al giorno, che chiedono un pasto. Una nuova mensa del povero, inaugurata ieri mattina dall’Arcivescovo Angelo Spina, che non sarà peraltro solo distribuzione pasti ma anche un luogo d’incontro e di accoglienza per tutte le persone in difficoltà, aperto già un paio d’ore prima della cena, con la possibilità di usufruire dei servizi igienici, di caricare il cellulare o vedere le notizie della televisione.
Il luogo individuato, dopo che il Covid aveva costretto a chiudere la precedente mensa di via Capodimonte, sostituita da una tensostruttura sempre alla Palombella, è la ex chiesa di Santo Stefano, in via Berti, fuori uso oramai da 40 anni a causa della frana.
Le risorse
È emerso durante l’inaugurazione, a cui hanno preso parte i parroci della Diocesi a testimonianza di una carità cristiana spalmata sul territorio, è che la nuova mensa, che sarà chiamata “Beato Gabriele Ferretti. S Stefano”, è stata realizzata senza l’intervento di un euro pubblico. Ma solo grazie alla Provvidenza. Infatti il costo (salito dagli originari 700.000 euro agli oltre 1 milione di euro) è stato coperto da donazioni private. Tra cui quella testamentaria di Ottavio Ferretti (368.000 euro), un anonimo (250.000 euro), un lascito testamentario di Virginia Cellini Lucentini tramite la sezione di Ancona del Gruppo Vincenziano (150.000 euro), una comunità religiosa (100.000 euro), la O.R.D.O. (altri 100.000 euro) e l’Ikea che ha donato 35 tavoli e 140 sedie.
La bellezza del dono
«La nuova mensa è una stella di Natale che si accende nella città di Ancona per fare luce. Un modo per condividere il pane con chi ha bisogno. Per rispondere alle necessità materiali, psicologiche e spirituali che la storia di oggi propone in sempre maggior misura. Il prossimo step- ha concluso – dare un tetto alla quindicina di clochard che trovano rifugio dietro la nuova struttura. Anche per questo avremo bisogno della Provvidenza».
Alla fine c’è stato un altro segno importante: la benedizione dei cesti di pane, con un panino offerto ai tanti presenti in segno simbolico e reale, assieme ad un libricino scritto dallo stesso arcivescovo. Presenti anche il vice prefetto Simona Calcagnini ed il Delegato regionale Caritas Marco D’Aurizio. Gli zampognari matesi della zona di cui è originario Mons. Spina hanno eseguito musiche natalizie.
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