Questi parchi ormai sono foreste: salvate i luoghi del cuore. Fatelo per mamme e bimbi

Questi parchi ormai sono foreste: salvate i luoghi del cuore. Fatelo per mamme e bimbi
Questi parchi ormai sono foreste: salvate i luoghi del cuore. Fatelo per mamme e bimbi
di Antonio Pio Guerra
3 Minuti di Lettura
Venerdì 15 Settembre 2023, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 11:59

ANCONA -  Di’ Pincio e nel cuore di ogni anconetano s’accenderà una scintilla. E lo stesso vale per la Cittadella. Alle due oasi urbane più importanti d’Ancona si legano anni di ricordi e bei momenti. Ed è proprio per questo, perché sono quasi di famiglia, che non meritano l’incuria e l’abbandono cui sono stati condannate. Partiamo proprio dalla Cittadella, riaperta recentemente dopo lo stop di un mese per braccare (senza successo) il cinghialotto fuggitivo Alan. 

 
Il tour della vergogna


Bastano pochi passi oltre il cancello per rendersi conto del degrado in cui versa il verde pubblico del parco.

L’accoglienza, infatti, è data da un timido cartello che sbuca dalle viscere di un folto cespuglio. Dovrebbe essere la cartina della Cittadella, necessaria a chi la visita per la prima volta per orientarsi, ma sembra un’installazione artistica in stile foresta di Jumanji. Avanzando ancora e per lunghi tratti, le recinzioni in legno che delimitano i sentieri sono avvolte dalle frasche. 


Un muro d’erba


Tanto che all’altezza di uno dei molti punti allestiti per il jogging, la staccionata scompare addirittura dietro un metro o due di fitti e alti cespugli. Ma non c’è pace neppure per chi vorrebbe godersi un po’ d’ombra. Tante delle panchine sparse per il parco, infatti, devono fare i conti con una vegetazione aggressiva che le minaccia. Aggressiva ma anche parecchio estroversa, visto che si estende lungo i sentieri, riducendone l’ampiezza e creando potenziali problemi (se non pericoli) per chi si stesse spostando in carrozzina, in bici o coi passeggini. 
Poco più avanti, invece, il problema è per tutti: i rami degli alberi sono così lunghi da creare una sorta di tettoia che costringe i passanti ad abbassare la testa.

Parlando di rami, diventano quasi pericolosi quelli che - all’ingresso principale del parco - pendono ed oscillano sulle auto in sosta. Non si salva neppure il Pincio, lo storico parco che sta a due passi dalle sedi delle istituzioni politiche, civili e militari. All’arrivo si viene subito disorientati dal pavimento che scompare sotto il peso di uno strato di aghi e fogliame spesso quasi un centimetro. Raggiungere il Monumento alla Resistenza diventa quindi un’impresa a causa dei cespugli che hanno inghiottito parte del percorso, creando tunnel simili a quelli che abbiamo visto alla Cittadella.

La situazione non migliora, però, una volta arrivati in cima. Nonostante ai piedi della scultura del Fazzini ci siano corone di fiori chiaramente recenti, l’incuria regna sovrana nelle aiuole che abbracciano i bronzi. Stessa situazione per le lapidi commemorative coi testi di Franco Antonicelli, incorniciate da erbacce e piante secche. Per non parlare di alcuni tratti del sentiero in cemento ormai scomparsi, perché frantumati dall’usura e coperti dalla terra. Ed è proprio mentre si cerca di non scivolare che si nota un grosso albero sradicato e adagiato al lato della camminata, con tanto di chioma. Ecco a voi la Cittadella ed il Pincio: il sancta sanctorum del verde pubblico di Ancona, ridotto ad uno straccio.

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