ANCONA La disperazione declinata in violenza. L’angoscia di una mamma - a cui sono stati sottratti i tre figli su disposizione dei giudici - sfociata in un’aggressione ai poliziotti. Insulti, sputi, gomitate, morsi: la donna, una 35enne cubana, era una furia quando gli agenti sono intervenuti mercoledì mattina in piazza Roma per allontanarla. Aveva organizzato una manifestazione di protesta per riavere i suoi bambini, non autorizzata dalla Questura dorica.
Il provvedimento
Nei confronti della giovane mamma, infatti, era stato emesso tempo fa un divieto di avvicinamento al Tribunale dei Minori e alla giudice che in più di un’occasione aveva minacciato di morte (così come le due assistenti sociali), ritenendola responsabile dell’allontanamento dei suoi figli, dovuto a precedenti condotte in famiglia e ai problemi della donna.
La violenza
Quando si è vista circondata dagli agenti che le hanno chiesto i documenti, invitandola a desistere dalla protesta e ad allontanarsi dalla piazza, la 35enne ha perso la testa. Ha reagito in modo violento contro i poliziotti che provavano a convincerla a salire nell’auto di servizio. Non voleva in alcun modo rinunciare al suo sit-in. Davanti a decine di persone si è messa a gridare, puntando i piedi. La disperazione è degradata in aggressione quando si è spenta la luce della ragione. Ha sferrato calci e pugni, mentre veniva caricata in auto. E anche in questura ha continuato a dare in escandescenze. Due poliziotti, un uomo e una donna, hanno avuto la peggio: hanno ricevuto delle gomitate, oltre agli sputi in faccia. Entrambi hanno dovuto farsi medicare al pronto soccorso di Torrette, da cui sono usciti con prognosi lievi. Un terzo agente ha ricevuto un morso alla mano, che però era protetta da un guanto, dunque non ha avuto bisogno di ricorrere alle cure dell’ospedale. Nei confronti della donna, assistita dall’avvocato Fabrizio Del Gobbo, è scattato l’arresto, che ieri è stato convalidato: il giudice Matteo Di Battista ha deciso di rimetterla in libertà con l’obbligo quotidiano di firma, rinnovandole l’obbligo a mantenersi a debita distanza dai palazzi di giustizia.