ANCONA - Potreste pensare ad uno scherzo ma non lo è. La chiesa di San Domenico è ancora chiusa. Avrebbe dovuto riaprire ieri ma così non è stato. Con somma sorpresa dei fedeli e dei religiosi, oltre che nostra che proprio su queste colonne - sabato mattina - avevamo annunciato il vernissage felici che Ancona potesse riappropriarsi di una parte della sua storia. E invece no.
Nella tarda mattina di ieri ci raggiunge al telefono padre Antonio Olmi, il superiore dell’ordine dei domenicani. «Ci hanno comunicato che non possiamo riaprire», la voce delusa, quasi rassegnata.
Il dietrofront
Quindi niente messa, quella che sarebbe dovuta essere la prima funzione dopo quasi dieci mesi di agonia. «Bisognerà aspettare qualche altro giorno» rassicura come ha già fatto ieri coi fedeli di San Domenico cui era stato dato appuntamento per la funzione di sabato sera ed ai quali il dietrofront è stato comunicato all’ultimo minuto.
L’intoppo
Evidentemente qualche anello della catena burocratica non era dello stesso avviso del funzionario sentito da padre Olmi e dai suoi ed ha quindi provveduto a contattare i frati che gestiscono la chiesa. «Ci hanno detto di restare ancora fermi perché dobbiamo aspettare la chiusura ufficiale dei lavori, probabilmente un ultimo sopralluogo e poi il nulla osta» prosegue padre Olmi nel suo racconto. «Semplice burocrazia» rassicura di nuovo, visto che «i lavori sono finiti». E allora quando, se non ieri? Al momento non è chiaro. Spetterà al Comune deciderlo, ma la speranza di tutti è che - complici le ferie estive - non slitti tutto a dopo Ferragosto. Speriamo davvero che siano soltanto pochi giorni, almeno stavolta. Un errore può capitare a tutti, sia chiaro, ma è assurdo che la macchina amministrativa abbia due bocche e due cervelli. Che si presti la dovuta attenzione a San Domenico, a questo gioiello opacizzato da anni di interventi promessi e mai eseguiti.
Come il restauro completo da diversi milioni di euro che dovrebbe permettere alla chiesa di piazza del Papa di ritrovare l’antico splendore, tornando bella come prima del sisma del 2016. C’è anche l’impegno del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Che si faccia uno sforzo, una volta per tutte. Ora o mai più.