Ancona, esplode la guerra tra pescatori. «Voi uccidete il mosciolo». «No, vongole prese al largo»

Ancona, esplode la guerra tra pescatori. «Voi uccidete il mosciolo». «No, vongole prese al largo»
Ancona, esplode la guerra tra pescatori. «Voi uccidete il mosciolo». «No, vongole prese al largo»
di Andrea Maccarone
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Sabato 1 Aprile 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 19:53

ANCONA - Quindici miglia di mare. Trenta chilometri, immaginando di navigarli parallelamente alla costa, compresi tra il Passetto e le Due Sorelle. In uno specchio d’acqua così circoscritto si sta scatenando una guerra tra pescatori. Vongolari contro mosciolari. Il motivo? Il mosciolo selvatico di Portonovo rischia di scomparire.

«Fango e sabbia sollevati dalla pesca alle vongole, si depositano sugli scogli e soffoca la riproduzione del mosciolo» ha sentenziato la Condotta Slow Food di Ancona e Conero, che tutela il mitile simbolo della tradizione gastronomica della Baia. «Tutte falsità, vogliamo le scuse altrimenti li querelo» tuona Domenico Lepretti, presidente della Co.ge.vo. 

La rivelazione 

I vongolari sono davvero agguerriti e pronti a dare battaglia.

Tanto che il pescatore Giuliano Zoppi, armatore della vongolara Scoglio, rivela addirittura un particolare inedito: «Il mosciolo di Portonovo non esiste, ne abbiamo le prove». Un fulmine a ciel sereno. «Ho i filmati - annuncia Zoppi - le imbarcazioni della Cooperativa Pescatori di Portonovo vanno a pescare i moscioli tra il Passetto e Pietralacroce. Poi li vendono col marchio Portonovo. Ma è un bluff». Il pescatore è in possesso di un video in cui si vedono cinque barche della cooperativa ancorate al largo della Scalaccia. «Quelle immagini risalgono all’estate 2021 - spiega Zoppi -, ma saranno almeno 20 anni che li vediamo pescare in quella zona». Una dichiarazione che fa tremare il brand presidio Slow Food. «Dovrebbero chiamarlo mosciolo della riviera del Conero» ribadisce l’armatore. Dunque perché tutta questa attenzione nel rivendicare la provenienza del mitile? Semplice: «Perché all’ingrosso il mosciolo selvatico di Portonovo viene venduto a 5 euro al chilo, gli altri a un euro» spiega Lepretti. Una questione di etichetta, dunque, che fa evidentemente la differenza. Ma la Cooperativa Pescatori Portonovo non si nasconde: «È vero - ammette Sandro Rocchetti, socio della Portonovo Pesca che commercializza il prodotto -, ma il disciplinare Slow Food prevede che la zona di pesca del mosciolo selvatico di Portonovo sia compresa tra il Passetto e Sirolo». Però tutta l’attività di marketing è legata al nome di Portonovo. «Ma perché quello è un marchio registrato che per semplicità identifica il centro dell’area di pesca» specifica Roberto Rubegni, responsabile del presidio Slow Food per il mosciolo selvatico di Portonovo.

La faida 

La bomba è esplosa una settimana fa. A sganciarla niente meno che la Condotta Slow Food di Ancona e Conero quando ha incriminato la pesca alle vongole tra le principali cause della scomparsa del mosciolo selvatico di Portonovo. «Prima cosa: noi peschiamo a 660 metri dalla costa, gli scogli dove crescono i moscioli sono a pochi metri dalla riva» sottolinea Lepretti. «Non importa - replica Rocchetti - la sabbia e il fango sollevati dalle vongolare restano sospesi per giorni e poi vanno a depositarsi sugli scogli dove la larva del mosciolo fatica ad attaccarsi e muore». E qui si scende nei tecnicismi. «Quando le vongolare azionano le draghe idrauliche - spiega il biologo della Co.ge.vo. Matteo De Carlo - parte un getto d’acqua che genera una sorta di disturbo della superficie sabbiosa facendo fuoriuscire le vongole. Ma a una distanza di oltre 600 metri dalla costa è impossibile che i detriti raggiungano gli scogli dove crescono i moscioli». Teoria che però non convince la controparte. «Bisognerebbe fare in modo che peschino più al largo» insiste Rocchetti. Dunque la faida prosegue. E la pace tra i due fronti della pesca ai molluschi bivalvi sembra ancora molto lontana. A far mettere una pietra sopra alla diatriba sarebbero solamente le scuse che la Co.ge.vo chiederebbe alla Condotta Slow food. In caso contrario il presidente dei vongolari ha dichiarato che agirà per vie legali. È guerra aperta.

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