ANCONA - Le hanno fatte fuori una dietro l’altra, in rapida successione. Tre in via Panoramica, una in via Piave, una in via Montegrappa, un’altra in via Zara. Il rione Adriatico è sott’attacco. Sei auto sono state saccheggiate l’altra notte nel quartiere: erano tutte parcheggiate sulla strada. In azione, probabilmente, una banda specializzata nel furto di componenti tecnologiche.
I ladri, infatti, non erano interessati ad impossessarsi di oggetti di valore, ma si sono impegnati a smontare plance, cruscotti e fanali. L’obiettivo? Secondo gli investigatori, rivendere le componenti su internet o nel mercato nero.
È stato un risveglio amaro per i residenti del quartiere più “in” del capoluogo, ieri mattina.
La prima telefonata al 112 è arrivata attorno alle 6,45. «Aiuto, mi hanno sfondato l’auto», reclamava un residente di via Piave, appena uscito di casa per andare al lavoro. Poi è stato un continuo di chiamate. Tutti parlavano di auto danneggiate, scassinate, sconquassate e di oggetti mancanti. I carabinieri, coordinati dal comandante Manuel Romanelli, si sono subito attivati per effettuare i sopralluoghi. È come se ieri mattina nel rione Adriatico fosse passato un ciclone. Finestrini in frantumi, plance e cruscotti distrutti, veicoli letteralmente sventrati dalla furia dei malviventi: un disastro. I ladri si sono accaniti, in particolare, su tre Fiat 500 XL, a dimostrazione di come cercassero precise componenti da asportare. Ad una, parcheggiata in via Panoramica, hanno estratto i fanali anteriori. A una Nissa Qashqai, posteggiata alle spalle del Salesi, dopo aver sfondato il finestrino posteriore, hanno smontato il cruscotto per estrarre l’intero impianto tecnologico. Idem su un’Alfa Romeo Giulietta, di proprietà di una donna pesarese, in sosta dietro l’ospedale pediatrico. A colpi di cacciavite e martello hanno saccheggiato altre tre auto nel quartiere, portandosi via navigatori satellitari, autoradio, gruppi ottici e varie componenti elettroniche. Un bottino da decine di migliaia di euro, senza considerare i danni causati.
«Non abbiamo sentito nulla, c’è da preoccuparsi perché questo è sempre stato un quartiere tranquillo - dice uno dei residenti derubati -. L’unica consolazione è che siamo assicurati». C’è anche un pesarese tra le vittime, che hanno trascorso la mattinata in fila al comando dei carabinieri di via Piave per sporgere denuncia. L’ipotesi è che dietro questo raid ci sia una banda di professionisti del crimine. Le indagini si concentreranno sull’analisi delle immagini riprese dalla videosorveglianza della zona, anche se non sarà semplice perché l’arco temporale di riferimento - una notte intera - è piuttosto ampio.