Ex Iacp Ancona, degrado e rigenerazione al palo: a rischio i contributi del bando periferie

Fondi Mit, scadenza fissata al 31 ottobre. La portavoce dei residenti: «Siamo stati abbandonati»

Ex Iacp, degrado e rigenerazione al palo: a rischio i contributi del bando periferie
Ex Iacp, degrado e rigenerazione al palo: a rischio i contributi del bando periferie
di Andrea Maccarone
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:17

ANCONA Le lancette dell’orologio corrono veloci. La deadline è fissata al 31 ottobre. Dopodiché: addio fondi del bando periferie per la rigenerazione urbana. La riqualificazione dell’area ex Iacp di via Marchetti cammina su un pericoloso crinale. Il Comune ha appena dirottato 1 milione di euro, destinato inizialmente al restyling dei 68 immobili del quartiere e dell’annessa area consortile, all’ex Verrocchio. Rimangono in ballo circa 2 milioni di contributo assegnato dal Mit, più 400mila euro di investimento Erap per il rifacimento di una palazzina centrale dove sorgeranno nuovi alloggi popolari.

Il quadro economico ha subito, quindi, un a rimodulazione.

Il nuovo impianto progettuale del Comune garantisce, comunque, la manutenzione straordinaria delle 68 unità immobiliari e il ripristino sottoservizi. Parole. Promesse. Perché, in realtà, basta fare un giro nella corte interna per trovarsi di fronte ad un’altra Ancona.

Lo scempio

Un’area parcheggio sconnessa, caditoie che non ricevono più e danno vita a laghi di acque insalubri, cantine allagate, topi che schizzano da una parte all’altra del giardino e finiscono per intrufolarsi nelle palazzine. Strutture che versano in condizioni pietose: gradini rotti, pareti scrostate. Non sembra davvero Ancona. Eppure ci sono 68 nuclei familiari che ci vivono. «Siamo veramente abbandonati - tuona Stefania Gabbianelli, portavoce dei residenti - sono anni di promesse non mantenute». Ad aggravare la situazione la mancata partecipazione dei privati. Infatti il progetto prevedeva a bilancio il contributo di circa 1,2 milioni di euro da parte dei privati.

Gli ostacoli

Ventimila euro ad unità immobiliare: 5mila per l’area consortile e 15mila per la manutenzione degli immobili. «Inutile dire che c’è stata una scarsissima partecipazione da parte dei privati - ammette Gabbianelli -, 51 famiglie su 68 si non chiamate fuori. Temo che questa parte del progetto sia ormai franata. Almeno ci rimettano a posto l’area consortile». Delle palazzine Erap una sola è stata ultimata, quella che un tempo ospitava le vecchie scuole De Bosis. L’altra palazzina soggetta a restyling è ancora avvinghiata dalle impalcature. «Qui va tutto a rilento» incalza la residente. L’inizio della storia risale al 2016 quando i privati residenti si costituirono in un supercondominio per l’intercettazone dei fondi statali messi a disposizione dal Bando Periferie Degradate. Da allora una serie di inciampi. Risultato: il quartiere è ancora nel pieno di un’impasse che non riesce ad essere risolta.

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