Elettricisti, idraulici, fornai. Ormai ad Ancona non si trovano più: «Il problema è nella scuola»

Elettricisti, idraulici, fornai. Ormai ad Ancona non si trovano più: «Il problema è nella scuola»
Elettricisti, idraulici, fornai. Ormai ad Ancona non si trovano più: «Il problema è nella scuola»
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Venerdì 24 Febbraio 2023, 03:00

ANCONA La moria delle professioni non colpisce solo il settore della ristorazione: da qualche anno s’insidia anche nel mondo dei lavori artigiani. Idraulici, elettricisti, carrozzieri, fornai. Tutti mestieri che un tempo costituivano il tessuto produttivo della città, ora rischiano di scomparire. Non li vuole più fare nessuno, e le imprese faticano a trovare personale. Il problema è complesso e sfaccettato. Ma sembra avere origine a monte: al momento della scelta sulla formazione didattica. 


La scelta della scuola

«Cresce il numero di ragazzi che si iscrivono nei licei e crollano gli ingressi negli istituti tecnici professionalizzanti - afferma Massimiliano Santini, direttore della Cna Ancona -, dobbiamo far capire ai giovani che lavorare nelle piccole botteghe artigiane non è dequalificante e si guadagna anche bene». Non fosse, però, che si tratta di lavori faticosi e dove serve una certa predisposizione al sacrificio. Per il 2023, secondo i dati Unioncamere, si prevede che nella provincia di Ancona 47 aziende su 100 faranno fatica a trovare i profili professionali desiderati. Seppure all’orizzonte si profilano 3 mila assunzioni in arrivo: 45% operai specializzati, 19% professioni commerciali e servizi, 16% dirigenti, specialisti e tecnici, 13% profili generici, 7% impiegati. Per favorire il match tra domanda e offerta Confartigianato Ancona, Pesaro e Urbino ha creato Job Talent: ovvero un sito web che permette anche alle micro e piccole imprese di far circolare i propri annunci di recruiting. «Abbiamo un mondo del lavoro che ha bisogno di competenze - spiega il segretario Marco Pierpaoli - ad esempio il comparto dell’edilizia ha avuto un’impennata grazie al Superbonus, ma non è stata compensata dalla presenza sul territorio di manodopera».  Dunque nel mondo del lavoro c’è fame di profili tecnici, ma in giro non se ne trovano. E nelle botteghe artigiane il gap è ancora più profondo. Dunque alle associazioni di categoria resta l’arduo compito di far passare un messaggio diverso: «Stiamo facendo una campagna per far comprendere ai giovani che le botteghe artigiane non sono dei luoghi angusti e oscuri - specifica Santini - ma ambienti stimolanti dove si cresce in fretta professionalmente». Ma c’è un altro aspetto, però, che frena lo sviluppo del mercato del lavoro: «Bisognerebbe creare condizioni migliori per fare impresa - rimarca Pierpaoli - considerato che oggi bisogna strutturarsi molto di più per creare un’azienda».

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