Punti vaccinali e personale: l'ospedale di Torrette passa al raddoppio. Ecco il programma per Pasqua e Pasquetta

Punti vaccinali e personale: l'ospedale di Torrette passa al raddoppio
Punti vaccinali e personale: l'ospedale di Torrette passa al raddoppio
di Maria Cristina Benedetti
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Aprile 2021, 07:48

ANCONA - Il giorno di Pasqua toccherà ai pazienti oncologici. Sul fronte dei vaccini Torrette non si concede tregue festive. Anzi. Con un’azione combinata accelera, come è stato sollecitato dalla cabina di regia della Regione. Innanzitutto i soggetti fragili, ricoverati o in cura presso l’ospedale regionale, per i quali è prevista la somministrazione del preparato anti-Covid, da 2mila sono saliti a 4mila.

L’immediata conseguenza dell’impennata del dato è che i due ambulatori, organizzati al quinto piano del corpo C, nei locali ancora vuoti destinati al centro Nemo, eccellenza per la cura delle malattie neuromuscolari, passeranno a quattro. E, applicando il principio di massima flessibilità, forse anche a cinque. Per far girare veloci gli ingranaggi, il passo successivo riguarderà il personale. Dovrà raddoppiare l’attuale “gruppo dei 16”. Ragion per cui, ieri, con una doppia determina il direttore generale Michele Caporossi ha aperto la via a due bandi. L’obiettivo: individuare almeno sette, tra medici, specializzandi e camici bianchi in pensione, da inserire nel percorso della profilassi. E, nell’attesa di formalizzare atti e contratti, il dg ha fatto scattare, sul filo dell’urgenza, un’altra richiesta, diretta a chi sia disponibile da subito, in orario di servizio, a prestare la sua opera. In due ore, a quell’appello hanno risposto in cinque. 

Degno corollario dell’azione combinata sono poi le due pagine di documento fatto circolare, sempre ieri, dai vertici degli Ospedali Riuniti.

Una comunicazione interna, per avvisare che in Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il decreto legge 44, del 1° aprile: “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid”. Il passaggio-chiave lo estrapola Antonello Maraldo. «All’articolo 4, si introduce l’obbligo del vaccino per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture pubbliche. Specificando che costituisce requisito essenziale». Va nelle pieghe della scelta, il direttore amministrativo. «Il decreto prevede per il datore di lavoro il dovere di trasmettere alla Regione gli elenchi degli operatori per verificare lo stato vaccinale». Mentre lo spiega, dà seguito a quel passaggio. E col pensiero è già oltre.

«La Regione e l’Asur provvederanno agli accertamenti, secondo le rispettive competenze, e indicheranno l’accertata inosservanza, che determinerà la sospensione dal diritto di svolgere prestazioni o mansioni che implichino contatti interpersonali o comportino, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio». Non si trattiene, Maraldo: «Va bene l’affermazione del principio, d’accordo sull’obbligo ma, per come è scritta, quella norma richiederà almeno 35 giorni per produrre i suoi effetti». E sfronda, fin dove può: «Saranno programmate altre giornate dedicate alla campagna vaccinale nel nostro presidio ospedaliero, rivolte a tutti i dipendenti dell’azienda, compatibilmente con la disponibilità delle dosi che verranno messe a disposizione». Ripassa veloce il dato: «Attualmente sono circa 3.300 coloro ai quali sono state già somministrate». L’aveva detto chiaro pure Marcello Tavio, direttore del reparto di Malattie infettive e presidente nazionale degli infettivologi: «La campagna di vaccinazione degli operatori sanitari si è svolta fino a ora con regolarità, elevata adesione e ottima copertura, ma l’obiettivo resta: tutti vaccinati». Senza appello. 


E in corsia si correggono le necessità assistenziali. Si riconvertono postazioni, senza tuttavia scendere al di sotto del 96% della saturazione dei letti dedicati alla cura del Coronavirus. Ieri mattina erano 18 i contagiati passati per il pronto soccorso, 13 dei quali in attesa di ricovero. Una cifra che a metà pomeriggio s’era ridotta a 6. Nei reparti ordinari erano 69 i posti occupati, con uno ancora disponibile; in rianimazione lo stesso rapporto era di 36 a 2 e in sub-intensiva di 27 a 2. E sempre per seguire la linea di demarcazione dei numeri, erano 11 le vite spezzate dal Covid che ieri segnavano a lutto il consueto bollettino del Servizio Sanità. Sei erano della provincia di Ancona: una 85enne di Jesi, una 85enne di Falconara, una 81enne di Ostra, un 81enne di Fabriano, un 89enne di Sassoferrato, una 96enne di Chiaravalle. Con un’azione combinata si accelera, ma non è ancora abbastanza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA