Ancona, il centrodestra è davanti e fa la storia. Silvetti ci crede: «Sereno di vincere»

Ancona, il centrodestra è davanti e fa la storia. Silvetti ci crede: «Sereno di vincere»
Ancona, il centrodestra è davanti e fa la storia. Silvetti ci crede: «Sereno di vincere»
di Martina Marinangeli
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Martedì 16 Maggio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Maggio, 07:34

ANCONA È la prima volta nella storia di Ancona. Almeno dal lontano 1993, anno in cui l’elezione del sindaco divenne diretta. Da allora, il centrosinistra ha sempre dominato la gara con ampi margini. Ma non questa volta. A 30 anni di distanza è il candidato di centrodestra ad arrivare davanti nel traguardo del primo turno. Daniele Silvetti, che dopo qualche dubbio iniziale è riuscito a compattare su di sé l’intera coalizione di centrodestra - Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc e tre civiche di area - ha fatto segnare ieri percentuali mai viste dallo schieramento nella roccaforte rossa delle Marche, unico capoluogo di regione al voto in questa tornata. Sfonda la soglia del 45%. È ben consapevole della portata del risultato ottenuto, Silvetti, che nella sede elettorale nel centro della città controlla, sezione dopo sezione, come procede lo spoglio. In tasca tiene un foglietto in cui ha segnato tutti i risultati elettorali delle ultime tre tornate, ballottaggio compreso. E li sciorina uno dietro l’altro, anche per marcare il distacco rispetto al passato. «Per curiosità, perché non me li ricordavo», si affretta però a spiegare. E allora via con l’amarcord: nel 2018, al primo turno la sindaca uscente targata Pd Valeria Mancinelli si era affermata con il 47,92% dei voti (20.738 degli aventi diritto), staccando di quasi 20 punti percentuali il competitor espressione del centrodestra Gianluca Tombolini, fermo a 28,44% (12.308). All’epoca aveva votato il 54,6% degli anconetani. 


Parità di affluenza

A parità di affluenza (tra domenica e ieri si è espresso il 54,9% degli aventi diritto) i rapporti di forza tra le due coalizioni sono decisamente cambiati: lo schieramento guidato da Silvetti recupera quasi 20 punti percentuali in cinque anni; quello di Ida Simonella, la candidata chiamata a difendere il vessillo del centrosinistra che finora ha sventolato su Palazzo del Popolo, invece, si ferma al 41%, perdendone quasi 7. «Avevamo fatto una simulazione e più o meno i risultati erano questi - abbozza un’analisi a caldo Silvetti - ci interessava arrivare sopra al 45% e al ballottaggio con un margine di 4-5 punti percentuali.

Ci siamo riusciti. E ci interessava capire come fosse distribuito il voto: ci sembra in maniera molto omogenea». Il centrodestra dilaga nelle frazioni e nelle periferie: con le prime due sezioni scrutinate a Massignano e Casine di Paterno, Silvetti era sopra il 50%, per dire il trend. Risultato che poi si è ridimensionato man mano che ci si avvicinava al centro di Ancona. Ma con il centrodestra sempre, saldamente, in testa. Ora però arriva la battaglia campale, quella del ballottaggio, che porterà di nuovo i duellanti nell’agone domenica 28 e lunedì 29 maggio. Se al primo turno il centrodestra si è presentato unito e compatto, il centrosinistra ha perso pezzi per strada - i Verdi si sono chiamati fuori in nome di un’Area marina protetta del Conero cassata dal Pd, così come le due civiche guidate da Francesco Rubini e Marco Battini, che però pescano comunque nel bacino a sinistra della metà campo - e ora proverà a catalizzare quei voti fin qui dispersi, oltre a puntare sul recupero di qualche astenuto. Ma Silvetti non teme il ribaltone del secondo tempo: «Non mi preoccupa. Noi parleremo di temi e contenuti, cercheremo la sintesi con gli elettori anconetani. Andiamo avanti per la nostra strada». E aggiunge: «Io sono sereno di vincere, abbiamo le carte giuste. La corsa al cambiamento è iniziata: non eravamo mai stati davanti in 31 anni e già questo è un segnale». Mentre parla, gli si fa vicino il capogruppo regionale di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, che interviene, ironico, nel merito. «Come vincere al ballottaggio? Spiegheremo alla sinistra di Ancona perché è opportuno che vinca il centrodestra e ci penserò io come psichiatra». Si scherza e si respira ottimismo nella sede elettorale di Silvetti: una novità assoluta ad Ancona. Ci crede come mai prima il centrodestra. Ma sa anche che partita finisce quando arbitro fischia, per citare l’indimenticato allenatore Boškov. 

L’effetto Meloni

All’indomani della lunga nottata dello spoglio elettorale, Silvetti si rimbocca le maniche e parte spedito per lo scatto dell’ultimo miglio: «Riuniremo tutte le liste per fare una riflessione insieme e analizzare il voto sezione per sezione. Così da capire come aggiungere quel poco che ci manca per vincere». Giusto il tempo per gioire di un risultato al primo turno comunque storico di suo. E con ogni probabilità spinto anche dalla discesa ad Ancona dei big nazionali, la premier Giorgia Meloni in testa. La sua presenza in città insieme ai vicepresidenti Matteo Salvini e Antonio Tajani ha avuto un effetto grancassa non da poco. E Silvetti ringrazia. Manca l’ultimo miglio. Ma ad Ancona non è mai semplice. L’uscita dal porto docet.

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