ANCONA È la prima volta nella storia di Ancona. Almeno dal lontano 1993, anno in cui l’elezione del sindaco divenne diretta. Da allora, il centrosinistra ha sempre dominato la gara con ampi margini. Ma non questa volta. A 30 anni di distanza è il candidato di centrodestra ad arrivare davanti nel traguardo del primo turno. Daniele Silvetti, che dopo qualche dubbio iniziale è riuscito a compattare su di sé l’intera coalizione di centrodestra - Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Udc e tre civiche di area - ha fatto segnare ieri percentuali mai viste dallo schieramento nella roccaforte rossa delle Marche, unico capoluogo di regione al voto in questa tornata. Sfonda la soglia del 45%. È ben consapevole della portata del risultato ottenuto, Silvetti, che nella sede elettorale nel centro della città controlla, sezione dopo sezione, come procede lo spoglio. In tasca tiene un foglietto in cui ha segnato tutti i risultati elettorali delle ultime tre tornate, ballottaggio compreso. E li sciorina uno dietro l’altro, anche per marcare il distacco rispetto al passato. «Per curiosità, perché non me li ricordavo», si affretta però a spiegare. E allora via con l’amarcord: nel 2018, al primo turno la sindaca uscente targata Pd Valeria Mancinelli si era affermata con il 47,92% dei voti (20.738 degli aventi diritto), staccando di quasi 20 punti percentuali il competitor espressione del centrodestra Gianluca Tombolini, fermo a 28,44% (12.308). All’epoca aveva votato il 54,6% degli anconetani.
Parità di affluenza
A parità di affluenza (tra domenica e ieri si è espresso il 54,9% degli aventi diritto) i rapporti di forza tra le due coalizioni sono decisamente cambiati: lo schieramento guidato da Silvetti recupera quasi 20 punti percentuali in cinque anni; quello di Ida Simonella, la candidata chiamata a difendere il vessillo del centrosinistra che finora ha sventolato su Palazzo del Popolo, invece, si ferma al 41%, perdendone quasi 7. «Avevamo fatto una simulazione e più o meno i risultati erano questi - abbozza un’analisi a caldo Silvetti - ci interessava arrivare sopra al 45% e al ballottaggio con un margine di 4-5 punti percentuali.
L’effetto Meloni
All’indomani della lunga nottata dello spoglio elettorale, Silvetti si rimbocca le maniche e parte spedito per lo scatto dell’ultimo miglio: «Riuniremo tutte le liste per fare una riflessione insieme e analizzare il voto sezione per sezione. Così da capire come aggiungere quel poco che ci manca per vincere». Giusto il tempo per gioire di un risultato al primo turno comunque storico di suo. E con ogni probabilità spinto anche dalla discesa ad Ancona dei big nazionali, la premier Giorgia Meloni in testa. La sua presenza in città insieme ai vicepresidenti Matteo Salvini e Antonio Tajani ha avuto un effetto grancassa non da poco. E Silvetti ringrazia. Manca l’ultimo miglio. Ma ad Ancona non è mai semplice. L’uscita dal porto docet.