Morriale, chiesto il processo
L'accusa: peculato e truffa

Morriale, chiesto il processo L'accusa: peculato e truffa
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Martedì 10 Dicembre 2013, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 18:26
ANCONA - Da un lato ipotesi di spese a titolo personale fatte poi gravare su Aerdorica per un totale di 30 mila euro (negli anni 2007-2012), dall'altro una fattura da 140 mila euro iscritta in bilancio nel 2010 anzichè nel 2009, per edulcorare i risultati operativi e favorire i premi di produzione.



Ruota attorno a queste due accuse la richiesta di rinvio per il Dg ora sospeso di Aerdorica Marco Morriale, ribadita dal Pm di Ancona Paolo Gubinelli davanti al Gup Paola Moscaroli. Peculato e truffa i reati contestati. L'azienda di gestione dell'Aeroporto delle Marche si è costituita parte civile tramite l'avv. Massimiliano Belli.



Per Morriale, che non era presente in aula, c'erano i suoi legali milanesi, gli avv. Glauco Gasperini dello studio Angelo Giarda, e Rosario Musolino. I difensori hanno respinto nel merito le accuse ma, preliminarmente, hanno sostenuto che non è possibile procedere per peculato, non avendo il manager esercitato una funzione di pubblico ufficiale.



La difesa ha prodotto una sentenza del Consiglio di Stato per dimostrare che non si può considerare pubblica la società di gestione aeroportuale, indipendentemente dal controllo pubblico della Regione Marche sulla maggioranza del capitale. Secondo i legali il Gup ha dunque tutti gli elementi per scagionare Morriale.



Di avviso contrario il Pm, che ha chiesto il processo per entrambi i reati: il Gup ha rinviato l'udienza all'11 febbraio per decidere se dichiarare il non luogo a procedere o rinviare a giudizio, eventualmente modificando il capo d'imputazione.



Gubinelli contesta a Morriale di aver effettuato spese che non potevano essere addebitate ad Aeordorica: dall'utilizzo di auto aziendali a contravvenzioni mentre guidava le medesime auto (per un totale di circa 15 mila euro), da pranzi e pernottamenti in hotel fino ad un soggiorno in montagna con annesse le spese di una ciaspolata.



Costi inerenti all'attività controbattono i difensori, per i quali, ad esempio, il soggiorno in montagna doveva servire ad un'operazione di 'team building', cioè all'affiatamento del gruppo di lavoro per gestire l'azienda.



Il pubblico ministero ha contestato a Morriale anche il reato di truffa: il manager avrebbe 'truccato' i conti del 2009, inserendo nel bilancio dell'anno successivo una fattura da 140 mila euro relativa a incentivi da corrispondere a Ryanair per l'operatività nello scalo falconarese. Lo scopo, a detta del Pm, sarebbe stato quello di far apparire un migliore Ebitda (margine operativo calcolato prima di interessi passivi, imposte e ammortamenti) e magari favorire i premi di produzione. I difensori hanno sostenuto che il risultato di Ebitda si sarebbe ugualmente raggiunto senza quella fattura, che poteva essere inserita regolarmente inserita nel bilancio 2010.
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