Zone 30, sì o no? «Sono più sicure». «Macché, inutili». L'esempio di Bologna visto dai sindaci marchigiani

di Martina Marinangeli
Martedì 23 Gennaio 2024, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 18:26 | 2 Minuti di Lettura
L’obiettivo è rendere le strade più sicure per tutti: abbassando la velocità dai 50 ai 30 chilometri orari, si riduce di oltre la metà lo spazio di arresto dei veicoli, si aumenta il raggio del cono visivo di chi li conduce, diminuisce del 42% il numero di incidenti e del 46% di quelli che hanno provocato morti o feriti gravi. Ma una Zona 30 così estesa come si controlla? Con i tanto odiati autovelox? Con un dispiegamento di polizia locale che un po’ ovunque ha il personale ridotto all’osso? E serve davvero a perimetro così ampio o sarebbe meglio istituirne di più, ma in aree limitate e vicine a luoghi sensibili come le scuole?

Le posizioni agli antipodi

L’opinione pubblica si è polarizzata sulla questione: chi vede nel limite a 30 km/h una misura di civiltà sulla scorta delle best practices europee, e chi le giudica solo l’ennesimo modo per fare cassa andando a pescare nelle tasche dei cittadini. E nelle Marche? Qual è la situazione nelle nostre città e cosa ne pensano le amministrazioni che le guidano? Il coro di voci è ampio e variegato: dal no perentorio di Macerata - con una giunta a trazione leghista - che non ci pensa proprio a seguire l’esempio di Bologna, alle 13 Zone 30 già realizzate dal Comune di Pesaro negli anni. Nel mezzo, le posizioni più sfumate degli altri tre capoluoghi di provincia Ancona, Fermo e Ascoli: le fasce tricolore non dicono no a prescindere, ma non vedono nella Città 30 sulla falsariga bolognese un modello da imitare. «Troppo difficili i controlli», fa notare il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, mentre il primo cittadino di Ancona sta valutando, area per area, dove una misura del genere potrebbe essere applicabile. Tenendo conto che la Dorica deve fare i conti con la viabilità legata al suo porto. Marco Fioravanti, sindaco di Ascoli, punta invece sui dissuasori nei dintorni delle zone sensibili come le scuole. In sintesi: Zone 30 sì, ma senza esagerare.

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