Città del Vaticano - Le parole di un vescovo argentino (non proprio allineato con Papa Francesco) tornano a fare deflagrare una antica questione a metà strada tra il teologico e il politico, affermando pubblicamente che non è lecito per un credente votare per dei candidati o dei partiti che sono favorevoli all'aborto. Un tema spinosissimo e divisivo che in passato – già ai tempi di Papa Wojtyla e Papa Ratzinger - era stato al centro di furiose polemiche, di distinguo, e tante prese di distanza. Stavolta la questione la ha sollevata Héctor Aguer, assicurando che sostenere politici a favore di normative abortiste si fa peccato grave.
L'argomento non è neutro e torna ciclicamente ad affiorare provocando tempeste. Era stato al centro di un lungo dibattito persino sotto il pontificato di Ratzinger, durante il sinodo dedicato al tema dell'eucarestia. All'epoca era stato il prefetto della Congregazione della Fede, Levada a chiedersi se sia peccato oppure no votare i candidati politici che ammettono leggi a favore dellaborto, e dunque se il cattolico che lo fa non può accostarsi alla comunione se non dopo essersi confessato. Una affermazione che poggiava sul documento preparatorio del Sinodo dove, al paragrafo 73, si metteva in evidenza che «alcuni ricevono la comunione pur negando gli insegnamenti della Chiesa o dando pubblicamente supporto a scelte immorali, come l'aborto, senza pensare che stanno commettendo atti di grave disonestà personale e causando scandalo». Inoltre tanti cattolici «non comprendono - si leggeva - perché sia peccato sostenere politicamente un candidato apertamente favorevole allaborto o ad altri atti gravi contro la vita, la giustizia e la pace».
«Possiamo votare per questo o quel partito dichiaratosi favorevoli all'aborto ma prima bisogna esigere che ogni candidato si pronunci su questo argomento. Secondo me è peccato mortale votare chi sostiene l'aborto» ha detto il vescovo argentino.
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