AMELIA Cento giorni di ansia e lacrime per quel padre, nonno, marito in un letto d'ospedale, impegnato nella lotta contro il Covid. Oggi, il giorno più atteso, sospirato, desiderato, quello del ritorno a casa ad abbracciare i nipoti Pierpaolo, Annalaura, Giovanni e Matilde, nata proprio il giorno del suo ricovero. E' la storia di Alvaro Angelucci, settantaquattrenne di Amelia ospedalizzato per Covid-19 il 21 novembre scorso e dimesso oggi dal Santa Maria di Terni. Per festeggiare la vittoria contro la malattia e ringraziare chi ha assistito il padre in questi mesi, la figlia Natalia ha scritto una lettera indirizzata a tutto il personale ospedaliero.
«Eccoci qua…al termine di un “viaggio” iniziato il 21 novembre 2020 -ha scritto- quando mio padre Alvaro Angelucci, è stato ricoverato per Covid presso l’Azienda Ospedaliera Santa Maria di Terni.
Scrivo, spinta da un sincero e profondo sentimento di stima, poiché è veramente difficile “mettere su carta” e spiegare le emozioni, gli stati d’animo, i sentimenti che ci hanno accompagnato in questi lunghissimi 100 giorni, ma, finalmente, siamo qui a condividere un’immensa gioia: le dimissioni di mio padre!»
Un esempio di umanità
«In un momento storico, in cui troppo spesso si sente parlare di malasanità in Italia, io e la mia famiglia, non abbiamo potuto fare altro che constatare l’elevato livello di competenze professionali e non solo…un vero e proprio “esempio di umanità” della struttura sanitaria pubblica.
Mi riferisco, in particolare, ai Reparti di Malattie Infettive, di Terapia Intensiva e U.g.c.a., dove mio padre ha compiuto il suo percorso, ricevendo tutte le cure, le attenzioni e l’amore da Tutto il Personale, indistintamente (primari, medici, capo sala, infermieri, fisioterapisti, psicologi…non vorrei dimenticare nessuno!) encomiabile ed ineccepibile sotto ogni aspetto!»
Restituito alla vita e agli affetti
«Restituire la vita ad una persona e a tutti i suoi cari -ha precisato- è la missione più difficile che si possa compiere, ma i nostri medici ci sono riusciti ancora una volta e questa è la testimonianza che il lavoro di squadra, l’impegno, la professionalità, l’umanità…in una struttura sanitaria pubblica adeguata può sempre vincere….
Un contatto quotidiano
«La situazione, in cui viviamo -scrive ancora Natalia- non ci ha permesso di conoscerli personalmente, stringergli la mano e ringraziarli ad uno ad uno…Loro che sono entrati a far parte della nostra vita, con le loro voci, attraverso le telefonate quotidiane per informarci sulle condizioni di mio padre…Loro che lo hanno aiutato a fare delle videochiamate o videomessaggi (l’unico modo per vederci in questi lunghi e interminabili mesi!!!!) …Loro che lo hanno supportato nei momenti di sconforto, che lo hanno coccolato e fatto sorridere, permettendogli di arrivare alla fine del suo viaggio con grande serenità e consapevolezza…ecco a Loro tutti noi saremmo sempre grati!!!Grazie di cuore, con l’augurio che possano proseguire con altrettanto successo e soddisfazione il loro lavoro».
Grazie alla sindaca Laura Pernazza
«Ma grazie di cuore anche al nostro Sindaco Laura Pernazza -ha chiuso- che ci è stata sempre vicina, e che nel limite delle sue competenze amministrative, è sempre in prima linea nella lotta contro il Covid, sensibilizzando la cittadinanza a rispettare le norme vigenti in materia e grazie ai concittadini che s’impegnano ogni giorno per farlo, perché’ vi possiamo assicurare che questo nemico è subdolo e difficile da sconfiggere!
Per la nostra famiglia, sono stati 100 giorni di pensieri, lacrime, preoccupazioni e speranza…una situazione surreale in cui sei completamente impotente e non puoi far altro che aspettare e pregare!!!!
Papà è stato più forte e ha vinto!!!!...ma non abbassiamo la guardia!»