Idrogeno, il prof. Roberto Cipollone: «All’università dell’Aquila puntiamo a ottenere l’elettrolisi con minore consumo elettrico»

L'esperto: renderemo più facile la produzione, stiamo sviluppando un motore che utilizza l'elemento puro

Idrogeno, il prof. Roberto Cipollone: «All’università dell’Aquila puntiamo a ottenere l’elettrolisi con minore consumo elettrico»
di Alberto Gentili
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Mercoledì 14 Febbraio 2024, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 07:39

«L'idrogeno ha una superiorità energetica ed ambientale indiscutibile, può contribuire ad affrancare il Paese dai combustibili fossili inquinanti».

Roberto Cipollone, professore ordinario per l’Energia e l’Ambiente presso l’Università dell’Aquila ed esperto di tecnologie energetiche orientate alla sostenibilità (è nella lista del 2% degli studiosi scientificamente più influenti del settore), non ha dubbi sulle potenzialità del nuovo combustibile che quando brucia produce solo acqua e dunque non inquina. Tanto più che proprio la facoltà di Ingegneria dell’Università abruzzese è in prima linea nella ricerca per ridurre i costi e facilitare la produzione di questa fonte energetica rinnovabile.

Professore, qual è il freno maggiore alla diffusione dell’idrogeno verde?

«Senza dubbio il costo. Per produrre l’idrogeno senza ricorrere al metano è necessaria l’elettrolisi, cioè un processo che tramite energia elettrica scinde la molecola dell’acqua in idrogeno e ossigeno. Sono però necessarie grandi quantità di energia elettrica per kg di idrogeno prodotto, superiore a quella che l’idrogeno restituisce quando viene utilizzato in campo energetico. Da qui la necessità di spingere sulla ricerca per abbatterne i costi di produzione».

Il professor Roberto Cipollone

L’idrogeno può avere un ruolo importante nella transizione energetica?

«Sì, intervenendo nei settori dove la sostituzione delle fonti fossili è difficile e definiti con il termine “hard to abate”, facendo riferimento alla difficoltà di abbattere l’anidride carbonica. Per questi settori, l’uso dell’idrogeno come combustibile riproduce condizioni in temperatura simili a quelle che si hanno con i combustibili fossili, consentendo di mantenere le tecnologie che sono a valle dei processi di combustione. La produzione di idrogeno, però, deve necessariamente essere realizzata tramite fonti energetiche rinnovabili».

L’Università dell’Aquila si candida ad hub per la ricerca sull’idrogeno. Quali sono i programmi di intervento?

«Sono in corso sperimentazioni per la produzione dell’idrogeno da elettrolisi dell’acqua che mirano alla riduzione dei consumi energetici elettrici.

Dagli attuali 55 kWh di energia elettrica per kg di idrogeno l’obiettivo è arrivare a 45 kWh. L’idrogeno prodotto è stato recentemente mescolato con combustibili fossili e sperimentato nei motori a combustione interna che operano in una sala motori presso l’università, completamente strumentata per la valutazione delle prestazioni meccaniche ed ambientali. È in svolgimento presso l’università lo sviluppo di un motore ad idrogeno puro nell’ambito di un progetto di ricerca definito di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) che vede coinvolte diverse università in Italia».

Come procede la ricerca?

«Sono state sperimentate forme intermedie di elettrolisi dell’acqua che vedono la produzione di una miscela di gas (idrogeno e ossigeno in rapporto stechiometrico e vapore d’acqua). Su di esso si sta indagando per le numerose interessanti applicazioni, non solamente tecnologico-ingegneristiche ma anche biologico-medico sanitarie. La separazione della CO2 dai gas di scarico, tecnologia alla base della transizione energetica, è anch’essa oggetto di approfonditi studi così come la produzione di idrogeno da reforming di biomasse solide e liquide».

Qualche esempio più specifico di competenze?

«Le macchine elettriche e a sistemi di controllo, essendo la prospettiva dell’elettrificazione un cardine della transizione energetica. La finalizzazione di queste ricerche è relativa alla rimozione delle terre rare nei motori e/o generatori elettrici, obiettivo strategico di portata internazionale. Il recupero di queste sostanze da rifiuti elettronici, valorizzando il concetto di economia circolare, rappresenta un vanto di ricerca di valore nazionale e internazionale. L’adeguamento dei sistemi di conversione dell’energia da fonti fossili (motori a combustione interna, impianti a vapore ed a gas, sistemi di combustione tecnologica, etc…) alle nuove necessità che si orientano alla riduzione della CO2 riversata in atmosfera, rappresenta un altro rilevante settore di ricerca. L’attenzione, infine, al prodotto industriale come ottimizzazione funzionale e al trasferimento tecnologico di soluzioni che dimostrino la maturità necessaria per arrivare al mercato chiude il cerchio di un importante sforzo di ricerca».

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