Popsophia a Pesaro. La scrittrice di fantasy e fantascienza Licia Troisi: «Giocare con il tempo si può»

Lucrezia Ercoli
Lucrezia Ercoli
di Elisabetta Marsigli
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Venerdì 8 Luglio 2022, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 22:06

Una delle ospiti più interessanti della prima giornata di Popsophia a Pesaro è Licia Troisi, laureata in astrofisica e con un dottorato in astronomia, nota per le sue saghe fantasy (tra cui La Saga del Mondo Emerso), con un ultimo libro (Poe – La Nocchiera del Tempo) perfetto mix tra fantasy e fantascienza.

Il tema del suo intervento di oggi è proprio “Giocare con il tempo”: è possibile farlo?
«Sì, soprattutto con la narrativa: il fantasy, dal passato mitico e medievaleggiante e lo sguardo sul futuro della fantascienza hanno sempre giocato con il tempo, proprio a partire dalle ambientazioni, ma al di là delle macro-categorie, il tempo viene fuori anche in altre forme, essendo un tema fondamentale per l’umanità e per la scienza».


Nel presentare il festival di quest’anno la direttrice artistica Lucrezia Ercoli sostiene che «il tempo nuovo si fa inevitabilmente carico degli spettri del passato», un tema conturbante e carico di inquietudini?
«Sì, noi ora viviamo in un momento molto particolare, in cui il nostro rapporto con il tempo è molto cambiato. Gli ultimi due anni ce lo hanno fatto riconsiderare completamente: essere stati chiusi ha modificato totalmente la scansione delle giornate, fino ad avere difficoltà a posizionare nel tempo tutti gli eventi che sono successi tra il 2019 e oggi. Alcuni sembrano lontanissimi, altri vicini. Contemporaneamente ci troviamo di fronte a delle sfide epocali che ci fanno avere paura del futuro. C’è questa tensione, da un lato, a riappropriarsi del tempo perduto e dall’altra la paura di affacciarsi su un futuro che in questo momento ci appare minaccioso».


Lei ha a molto che fare con il tempo nei suoi libri: da astrofisica, come staccarsi dalla realtà per scrivere un Fantasy?
«Per me sia il fantasy che la fantascienza sono delle “quinte” sulle quali metto delle storie che hanno moltissimo a che fare sia con la mia vita che con il presente: ci sono cose che io vedo succedere nel nostro mondo.

Il fatto che siano ambientati in tempi e mondi altri è solo una scenografia che viene riempita di storie che hanno sempre molto a che fare con la realtà».


Come, dall’innata passione per la scrittura fin da bambina, ha deciso poi di dedicarsi all’astrofisica?
«La scrittura era innata infatti e l’ho presa come hobby perché mi apparteneva già, ma ho sempre avuto un forte interesse per la scienza: quindi mi è venuto naturale. Fin da bambina volevo fare la scienziata e la scrittura non ho mai pensato di farla diventare un lavoro. Mandare il libro alla casa editrice è stato solo coronare la fine di un’esperienza».


Oggi, tra leggenda e fantascienza, il “nostro tempo” dove lo collocherebbe se lo dovesse raccontare?
«Credo che stiamo vivendo tempi un po’ fantascientifici, forse alla soglia dell’apocalisse: siamo in quel momento in cui forse ancora ci possiamo salvare ma ci dobbiamo impegnare… ».


Come impegnarsi?
«Facendo una pressione politica mondiale per una maggiore attenzione al cambiamento climatico. Nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa, ma sono le decisioni prese come comunità che devono essere radicali».

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