Pesaro viaggia nel tempo e nello spazio con le esposizioni di Matteo Fato e Leonardo Petrucci

Pesaro viaggia nel tempo e nello spazio con le esposizioni di Matteo Fato e Leonardo Petrucci
Pesaro viaggia nel tempo e nello spazio con le esposizioni di Matteo Fato e Leonardo Petrucci
di Elisabetta Marsigli
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 12:15

PESARO - Si viaggia nello spazio e nel tempo ai Musei Civici di Pesaro con le due mostre aperte ieri che accompagneranno le feste natalizie e apriranno l’anno da Capitale della cultura 2024.

La project room

La sala a piano terra, la “project room” di Palazzo Mosca, vista la tradizione forte del territorio in questo ambito, accoglie la mostra di Matteo Fato che dopo l’importante personale in Pescheria, propone un lavoro inedito: la sua prima mostra di grafica dal titolo “L’unica immagine possibile (d’après un Florilegio). Nell’ammezzato, invece, la mostra che chiude il 2023 e apre il 2024 con un artista che rappresenta perfettamente i temi cari al dossier della capitale della cultura: Leonardo Petrucci presenta “Una questione di spazio” il lavoro degli ultimi 10 anni di ricerca attorno a temi come l’astrologia, la geometria sacra, tutte materie parascientifiche. In occasione di questa esposizione, Fato presenta una serie di incisioni ispirate al lavoro di altri artisti (d’après), i cui riferimenti attraversano un lungo arco cronologico. La produzione grafica è accompagnata da un ciclo di sculture ad essa legate. «Riproponiamo Fato per questo suo lavoro inedito, la sua prima mostra di grafica ed è interessante perché Fato insegna proprio grafica da tanti anni all’Accademia di Urbino», racconta Marcello Smarrelli direttore di Pesaro Musei. «Per lui la grafica è un modo per studiare gli artisti che ama, fra l’altro stiamo parlando di artisti marchigiani. Per quanto riguarda Petrucci, invece, ci interessava un artista che rappresentasse i temi di Pesaro 2024, arte, natura e tecnologia. L’idea guida per cui questa mostra è un vero e proprio manifesto della capitale della cultura, è che dalla tecnologia ispirandosi alla natura possono nascere opere d’arte».
Leonardo Petrucci ha spiegato come il titolo della sua mostra in realtà può essere interpretato in più modi con una molteplice chiave di lettura: «sicuramente c’è il mio interesse verso l’astronomia – dunque lo spazio fisico – e in più il rapporto tra alchimia e astronomia che per gli antichi saperi è sempre esistito e poi più o meno dall’Illuminismo in poi si è creata scissione che con il mio lavoro vorrei ricongiungere.

Mi piaceva l’idea di continuare il discorso iniziato con l’ultima mia mostra che era un’indagine sul tempo (Once upon a time alla Galleria Gilda Lavia di Roma) completandolo con l’altra faccia della medaglia del tempo che è appunto lo spazio. Sono due dimensioni inscindibili e mi piace pensare la mostra di Pesaro come completamento di un percorso. Quello che mi interessa molto è cercare di parlare della vita intesa come elemento sacro, sia come vita in arrivo dallo spazio ma anche come vita che se ne va dal nostro pianeta». 

La metodologia

La metodologia usata è una mediazione tra pittura tradizionale e digitale da cui nascono installazioni multimediali che si avvalgono di antichi saperi artigianali, materiali naturali (carta, legno, lana, cemento, etc.), mixati con fotografia e video. L’approccio è quello dell’alchimista che trasmuta la materia mettendosi continuamente in gioco, materializzando l’impossibile attraverso creazioni di enigmi linguistici e matematici. Info: 0721387541.

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