Addio a Giuliano Vangi, scultore immenso. Il Maestro si è spento a Pesaro a 93 anni

Addio a Giuliano Vangi, scultore immenso. Il Maestro si è spento a Pesaro a 93 anni
Addio a Giuliano Vangi, scultore immenso. Il Maestro si è spento a Pesaro a 93 anni
di Elisabetta Marsigli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Marzo 2024, 04:35 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 08:02

Il mondo dell’arte perde uno degli ultimi grandi maestri, l’unico grande artista al mondo a cui, ancora vivente, è stato dedicato un museo in Giappone. Giuliano Vangi è scomparso ieri sera, all’età di 93 anni (compiuti il 13 marzo scorso), nella sua casa in viale Trieste a Pesaro, dopo una lunga malattia. I funerali si dovrebbero tenere domani, giovedì 28 marzo, alle ore 15 in cattedrale.

Pluripremiato

Scultore pluripremiato in Italia, Giappone, Brasile e che ha partecipato alla Biennale di Venezia, Vangi pone da sempre il suo personale focus sull’uomo contemporaneo, come il protagonista del suo lavoro per Pesaro, “I Gabbiani”. Dopo la “Scultura della Memoria”, collocata in piazzetta Mosca e diventato uno dei simboli di Pesaro, l’opera posta in piazzale Matteotti ritrae un uomo con il volto che si perde nell’infinito del cielo e che guarda con nostalgia i gabbiani. Una scultura nata dal marmo, dal bronzo, dal granito, dal legno modellato fra la memoria di un linguaggio arcaico e uno stile inconfondibile che acuisce il reale, con un linguaggio potente e contemporaneo, senza mai dimenticare l’eredità lasciata dalla grande tradizione scultorea.

L’uomo, con il volto che si perde nell’infinito del cielo resterà una delle sue ultime opere donate alla sua città d’adozione e rappresenta il sogno di libertà di ognuno di noi, ma anche la malinconia di un rapporto sempre più sfaldato tra uomo e natura, come aveva ribadito lo stesso Vangi il giorno dell’inaugurazione: «Perché l’uomo approfitta troppo della natura: inquina i mari, costruisce vicino alle spiagge e dove non si può, fa dei grandi disastri, ma io spero sempre che ci sia una riconciliazione».

La carriera

Vangi aveva studiato all’Istituto d'Arte e all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Dal 1950 al 1959 insegnò presso l’Istituto d'Arte di Pesaro. Nel 1959 si trasferì in Brasile dove si dedicò all'astrattismo, lavorando cristalli e metalli quali ferro e acciaio. Nel 1962 ritornò in Italia e si stabilì prima a Varese e poi a Pesaro. Ha esposto in molte sedi prestigiose in Italia e all’estero, la prima importante esposizione italiana a Palazzo Strozzi nel 1967, ma il maestro Vangi ha realizzato numerosi monumenti collocati in prestigiosi contesti, come, tra gli altri, la statua di San Giovanni Battista a Firenze, La lupa in Piazza Postierla a Siena, Il Crocifisso ed il nuovo Presbiterio per la Cattedrale di Padova, e molto altro.

Le reazioni

L’assessore alla Bellezza Daniele Vimini e il sindaco Matteo Ricci commossi dalla scomparsa del grande artista che oltre 50 anni fa aveva scelto proprio Pesaro come sua città di adozione. «Il suo amore per la città è stato testimoniato in mille occasioni anche nei momenti decisivi della candidatura a Capitale Italiana della Cultura, ma sarebbe riduttivo parlarne in questo momento. Proprio questa mattina avevamo portato in giunta la delibera per la realizzazione del museo a lui dedicato a Palazzo Mazzolari Mosca, raccogliendo la sua volontà di lasciare a Pesaro diverse sue opere per un grande progetto espositivo permanente. Ciao Giuliano, la tua lezione di stile e di rigore resterà un messaggio perpetuo per Pesaro, come la bellezza delle tue opere già presenti in città».

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