Dopo la Carmen, arriva La traviata degli specchi: è la decima volta allo Sferisterio di Macerata

Dopo la Carmen, arriva La traviata degli specchi: è la decima volta allo Sferisterio di Macerata
Dopo la Carmen, arriva La traviata degli specchi: è la decima volta allo Sferisterio di Macerata
di Chiara Morini
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Sabato 22 Luglio 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 16:39

MACERATA - «Vado a vedere la Carmen per indicare alla gente che l’arte, quando è grande, fa pensare e riflettere sulla vita. E un popolo che pensa e riflette sulla vita, dal mio punto di vista, è già sulla buona strada per diventare un popolo più cristiano». Così il vescovo di Macerata, monsignor Nazareno Marconi, ieri, dopo aver assistito alla Carmen che ha aperto giovedì sera la stagione del Mof allo Sferisterio di Macerata.

 


La trama


«La Carmen – riflette il vescovo – ci insegna che le cose nella vita vera non sono facili per cui chi corre subito a giudicare e condannare, sbaglia certamente». Monsignor Marconi parla della Carmen facendo riferimento alle vicende della trama dell’opera e, a proposito della fuga di Carmen, coglie l’occasione per parlare della persona umana: «Per quanto ci si sforzi di descriverla come un tubo digerente con processi istintivi e logici più complessi di un qualsiasi animale, ma sempre e solo un animale, la persona umana si rivela invece un mistero». Quindi il tema dell’amore e il vescovo Marconi aggiunge che «Carmen parla del mistero dell’amore, che non è solo sesso, ma non è neppure legame calmo e ordinato, senza passione». «Vado a vedere Carmen – aggiunge - per ricordarmi che il male distrugge e Carmen, alla fine, con la sua morte e la condanna di don Josè, non dice nulla di diverso, ma che cercare la via della vita, della libertà e del bene è più complesso che fare un elenco di reati, mettere in galera chi li viola e gettare la chiave.

Forse anche Carmen può servire per scrivere un catechismo di misericordia». 


L’ora di Verdi


Passato il primo spettacolo è tempo di guardare avanti, alla prossima messa in scena che ci sarà questa sera, con repliche domenica 30 e poi ancora sabato 5 e domenica 13 agosto: si tratta de “La traviata” di Verdi nell’allestimento con parete specchiante, ideata da Josef Svoboda nel 1992. Comunemente identificata come “La traviata degli specchi”, l’opera quest’anno viene allestita per la decima volta allo Sferisterio. Il teatro storico, prima di diventare nel 1921 uno tra i più amati teatri italiani all’aperto, era luogo di gare della palla al bracciale, sport di cui era appassionato Giacomo Leopardi. «La faccio in continuazione – commenta il regista Henning Brockhaus – eppure quest’opera non mi annoia mai. Credo non abbia perduto la sua freschezza e impatto originari». Avrà infatti rimontato lo spettacolo una quarantina di volte, conquistando lunghi applausi tanto in Turchia quanto in Corea e in Giappone, oltre ovviamente all’Italia. Quello che può cambiare rispetto all’origine sono i dettagli, per adattarli alle caratteristiche fisiche degli interpreti. 


La nuova stagione


E mentre si attende di vedere nuovamente la Traviata con il soprano Nino Machaidze, Anthony Ciaramitaro e il baritono Roberto de Candia tra i personaggi principali, già si guarda al 2024. Il direttore artistico Paolo Pinamonti ieri ha infatti incontrato il coreografo Marco Morau, per parlare di una nuova produzione con Fondazione Nazionale della danza/Aterballetto, il quale ha visitato lo Sferisterio. Proprio la danza sarà protagonista il prossimo 27 luglio con il balletto Don Juan.

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