“Creativo sarai tu!”, Albanese
al Forum Unesco di Fabriano

“Creativo sarai tu!”, Albanese al Forum Unesco di Fabriano
di ​Lucilla Niccolini
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Domenica 6 Settembre 2015, 20:24 - Ultimo aggiornamento: 20:45
FABRIANO - Lunghissimamente il pubblico del teatro Gentile da Fabriano applaude al suo ingresso in palcoscenico.

“Creativo sarai tu!” è il titolo scelto da Antonio Albanese per il suo intervento al Forum delle Città Creative: un'intervista alla domanda “cosa significa per lei essere creativo?”. Il suo personaggio Cetto La Qualunque resta tra le quinte, pronto a uscire alla prima occasione propizia...



Personaggio scandaloso...

“Un uomo orribile, una merda, che mi sono sempre vergognato a interpretare, con quella nutria in testa... ma interessantissimo, con cui racconto una parte vera del paese, gestito da mostri, tuttora, purtroppamente. Nasce da un uomo che ho incontrato una volta in traghetto sullo stretto di Messina...”.



Ma la provincia può essere creativa?

“Creativi lo siamo tutti, tranne qualche creativo... a parte gli scherzi, io proprio qui, in questo teatro ho cominciato: percorrendo settecento volte il corridoio dei camerini. Le idee mi nascevano così. Bello! I marchigiani mi hanno una bella spinta... Qui c'è una tradizione teatrale con un'infinità di compagnie, il teatro delle Marche è forte, in ogni paesino. Dove c'è comunità, c'è anche creatività. Io sono nato al nord e ho origine al sud: suoni, profumi, sensi, soprannomi e tradizioni diversi mi hanno dato i fondamenti, un pentagramma tatuato sul corpo”.



E poi, lei ha scritto “Giù al nord”.

“Con Michele Serra e Piero Guerrera, nel '97, sentivo il bisogno di mostrare l'infezione che stava prendendo il nostro paese, qualcosa che non andava, nel boom. Abbiamo captato qualcosa di tristo, che poi si è avverato, sul lavoro, di cui si parla troppo poco negli orribili salotti in cui ridono di temi drammatici”.



Ma l'Italia non si sta addormentando sulla sua presunta creatività, a scapito dell'efficienza?

“Il problema è che sembriamo infastiditi dalle bellezze del nostro paese, per il quale non abbiamo rispetto. Dobbiamo cominciare a essere più onesti con lui. La politica deve essere creativa, dobbiamo individuare le situazioni e aiutarci a risolverle. Può sembrare banale: è difficile perché è semplice. Questa è creatività: raccogliere le forze e l'ottimismo, l'energia, e distribuirli... un creativo è sempre altruista e positivo”.



E non le pare di dare dell'Italia, con i suoi personaggi, un'idea distorta, peggiorativa?

“Non m'invento niente. Per questo al festival di Berlino il film “Qualunquemente” è stato a lungo applaudito ma senza una sola risata: dicevano che era tragico! L'Italia è questa, gente meravigliosa, ma anche cattiva e schifosa. Ma bisogna metterci ironia, e alimentarla, se no, diventiamo un regime...”.



Cosa direbbe Cetto La Qualunque al Forum delle Città Creative?

“Senza alcun dubbio: 'nto culu!”. Risate.



E a questo punto Albanese parte con una ridda di flash dei suoi personaggi. Solo il sipario che si chiude spegne gli applausi che scendono fin dal loggione.
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