"La lettera", Paolo Nani in scena domenica alle 21.15 al teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio: «Teatro popolare, mai banale»

Paolo Nani maestro internazionale di teatro fisico propone lo spettacolo “La lettera” a Porto Sant’Elpidio domenica e il 24 marzo a Macerata Feltria
Paolo Nani maestro internazionale di teatro fisico propone lo spettacolo “La lettera” a Porto Sant’Elpidio domenica e il 24 marzo a Macerata Feltria
di Chiara Morini
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Giovedì 17 Marzo 2022, 10:00

PORTO SANT'ELPIDIO - Sarà Paolo Nani il prossimo protagonista della stagione del teatro delle Api di Porto Sant’Elpidio. Domenica 20 marzo, alle ore 21,15, l’attore, maestro internazionale di teatro fisico, porterà in scena il suo spettacolo “La lettera”. Sarà ancora nelle Marche il 24 marzo, al Battelli di Macerata Feltria.

 
Lo spettacolo
È lo stesso Paolo Nani che racconta come è nato questo spettacolo: «Volevo qualcosa di comico, dopo aver fatto a lungo il teatro drammatico. Volevo “cambiare aria” io e il mio amico Nullo Facchini, abbiamo deciso di provare. Non ero sicuro che la comicità mi sarebbe riuscita bene, ma abbiamo tentano ed eccoci qua dopo 30 anni». L’idea è di Facchini, e per lo spettacolo Paolo Nani si è ispirato a “Esercizi di stile”, il libro che scrisse Raymond Queneau nel 1947. Nel libro ogni storia viene ripetuta 99 volte in altrettanti stili letterari, ma Nani spiega che dal libro si è solo ispirato.

«Ho preso solo qualche spunto – dice – non c’è molto nel testo del 1947, alcune cose sono divertenti, altre più intellettuali. Ma dopo trent’anni posso dire che siamo alla versione definitiva. Scena dopo scena, rappresenterò 15 vicende, ognuna delle quali preceduta dal titolo. Quindi parlerò di western, cinema muto, horror, circo e giochi».

All’inizio un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino che sputa subito. Guardando la foto di sua nonna scrive una lettera, imbustandola, francobollo compreso, e quando esce si accorge che la penna non ha inchiostro, e la lettera non contiene nulla.


La comicità
Si riderà tanto, e lo stesso protagonista non potrà fare a meno di farlo. «Anni fa ho visto un clown ceco ridere durante lo spettacolo – ricorda –. Io durante il mio rido, e vado avanti e rido ancora. Sul palco non sono solo un personaggio ma una persona e finisco inevitabilmente per giocare con il pubblico». Va avanti da molto tempo, segno che lo show è stato molto apprezzato nel corso degli anni. Ma portare in giro uno spettacolo a lungo e ovunque, rientra nel metodo di lavoro di Paolo Nani che da anni ormai vive in Danimarca. E per il trentesimo anniversario di questa rappresentazione, dice, «sto scrivendo un libro sullo spettacolo e sulla mia storia». Nel mentre ne organizza altri e da qualche anno a questa parte pubblica video sui social. «La tecnologia aiuta – commenta -, lei pensi che anni fa per chiamare casa dovevo usare un gettone. Quello che non funziona è la dipendenza che se ne ha».


Il teatro è diverso tra l’Italia e il resto del mondo, soprattutto la Danimarca, dove vive. «Non ho seguito più molto – dice – ma in Italia c’è tanto teatro concettuale, minutale, a me invece piace un teatro popolare. Con questa parola non intendo banale, popolare sì, ma più raffinato. E devo dire anche che qui in Danimarca è tutto più spontaneo».

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