Inteatro Festival presenta i pezzi forti
“Bul-ssang” della coreografa Aesoon Ahn

Inteatro Festival presenta i pezzi forti “Bul-ssang” della coreografa Aesoon Ahn
di Lucilla Niccolini
2 Minuti di Lettura
Martedì 30 Giugno 2015, 21:22 - Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 19:20
ANCONA - Tutti alle Muse, stasera, per il primo dei “pezzi forti” di Inteatro. In scena “ Bul-ssang” della coreografa Aesoon Ahn con la Korea National Contemporary Dance Company (ore 21,30).



Un'ora di grande danza, in cui gli stili occidentali si intrecciano alle movenze orientali di grazia ed equilibrio estremi. È la stessa coreografa a raccontarci la genesi dello spettacolo. “Bul-ssang significa povertà e, pronunciata diversamente, anche statua di Buddha. L'idea mi è nata vedendo statuine di Buddha usate in un bar di Parigi come decorazione, senza riguardo alla sacralità dell'icona. Proprio per rappresentare questa differenza di percezione, ho ricostruito un Buddha Bar sulla scena, e ho abbinato musica contemporanea al sentimento coreano: uno spazio alla moda per reinterpretare l'Asia. La scelta di dj Soulscape, che sa superare le barriere tra contenuti locali, globali, e contemporanei, mi ha aiutato in questo mix, con musiche originali e coreane. E la musica è mescolata nello stesso modo - separazione, unione, collage, e improvvisazione - in cui si muovono I danzatori”.



Pensa che il pubblico italiano possa apprezzare questo mix?

Qui non c'è niente di totalmente diverso dalla vostra cultura, ma un modo di interpretare la tradizione oggi. E non c'è bisogno di conoscere la cultura asiatica per amare Bul-ssang.



Lei crede alla ibridazione tra cultura occidentale e asiatica?

Nascerà sempre qualcosa di buono dallo scambio tra Est e Ovest. L'Asia è una terra di illimitate possibilità e perciò tradizioni e culture asiatiche dovrebbero essere valorizzate di più nell'arte contemporanea. La cultura occidentaIe questo lo scoprirà molto presto.



In Bul-ssang, solo danzatori coreani. Ha mai diretto europei o italiani?

Scelgo i performer per la loro personalità, per l'intelligenza di capire e apprezzare il concetto... Ho già lavorato con danzatori d'oltreoceano: europei e italiani non sarebbero quindi un'eccezione. Potrebbe uscirne un lavoro ancora più interessante, con effetti nuovi e dinamici proprio dalle differenze”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA