Danilo Rea e il recital sul grande tenore: «Enrico Caruso, un cantante pop che oggi sarebbe il re dei social».

Danilo Rea: «Enrico Caruso, un cantante pop»
Danilo Rea: ​«Enrico Caruso, un cantante pop»
di Massimiliano Viti
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Sabato 6 Agosto 2022, 02:10

PORTO SANT'ELPIDIO - «Enrico Caruso, un cantante pop che oggi sarebbe il re dei social». È la lettura offerta dal musicista Danilo Rea che stasera (ore 19) salirà sul palco dell’ippodromo Mori insieme all’attrice e voce narrante Barbara Bovoli per lo spettacolo “Omaggio a Enrico Caruso”, appuntamento organizzato in collaborazione tra Sant’Elpidio Jazz Festival e Civitanova Classica Piano Festival.

Uno spettacolo evento firmato Alessandra Pizzi, lanciato l’anno scorso nel centesimo anniversario dalla scomparsa di Caruso. Bovoli recita i testi scritti da Dorothy Park, la moglie americana del tenore italiano, dal primo incontro a New York, sino al rientro a Sorrento, prima della morte dell’artista. L’altro pilastro dello spettacolo è rappresentato dalle note del pianoforte di Danilo Rea, interprete di quella musica “unica” e scevra da scompartimenti ed etichette. La sua idea sul tenore italiano non deve essere interpretata in maniera negativa ma anzi esalta una peculiarità di Caruso che, spiega Rea: «È partito dalle aree liriche per finire con le canzoni napoletane. Era un grandissimo comunicatore». Lo stesso Rea, definito pianista jazz, è spesso protagonista di progetti trasversali che dalla musica italiana (con Mina, Paoli e tanti altri) si estendono fino alla classica (la più recente con il pianista Ramin Bahrami).


La fuga dai canoni


«Non sfuggo al jazz ma ai jazzisti che mi costringono a suonare dentro i canoni di questa musica» precisa lo stesso musicista, che poi prosegue: «Continuo a studiare il jazz e il suo linguaggio ma poi cerco di modificarlo applicandolo ai vari progetti e situazioni come è anche quella di stasera a Civitanova Marche» Rea ricorda come il lavoro di improvvisazioni jazz sulle arie d’opera sia partito nel 2003 (con il disco “Lirico” per l’etichetta Egea) e dalla sua ammirazione per Puccini.

L’improvvisazione («che fa parte dello spirito della musica. È la vera libertà» puntualizza Rea) sarà la vera protagonista della serata civitanovese. «Non ho un copione. Non decido nemmeno il brano da eseguire all’inizio dello spettacolo quando Barbara racconta il primo incontro a New York tra la futura moglie e il tenore italiano. Le strade musicali da percorrere sono sempre molte. Decido tutto all’ultimo secondo. Sorprendo l’attrice e anche il pubblico, convinto che una regia estemporanea dia un valore aggiunto» osserva il pianista. «Il mio rapporto con Barbara? C’è una grande intesa artistica» replica Rea che poi continua: «I testi, che Barbara rende molto coinvolgenti, li uso come partitura. La musica accompagna e allo stesso tempo trae ispirazione e ispira la recitazione per cui decido al momento cosa suonare, seguendo i tempi dettati dal narrato». Il pianista romano spiega come all’interno dello spettacolo, tra una lettura e l’altra, siano presenti intermezzi di pura improvvisazione. È così anche nel finale che prevede 20-30 minuti di piano solo. «Difficoltà del progetto? Nessuna. Le difficoltà emergono quando non c’è fiducia sul palco». Nella sua vita da musicista, Rea è spesso nelle Marche «una regione che ha bellissime cittadine sia lungo la costa e sia nell’entroterra, con centri storici sorprendenti per la loro bellezza».

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