Edy Angelillo tra i protagonisti di “La ciliegia sulla torta” prima a Camerino e poi a Pollenza: «Si ride sui nostri pregiudizi»

Edy Angelillo tra i protagonisti di “La ciliegia sulla torta” prima a Camerino e poi a Pollenza: «Si ride sui nostri pregiudizi»
Edy Angelillo tra i protagonisti di “La ciliegia sulla torta” prima a Camerino e poi a Pollenza: «Si ride sui nostri pregiudizi»
di Chiara Morini
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Martedì 12 Dicembre 2023, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 12:15

CAMERINO - Famiglia, coppia e lotta ai pregiudizi, il tutto con un velo di ironia che rende lo spettacolo una commedia brillante e promette divertimento assicurato. “La ciliegia sulla torta”, questo il titolo dello spettacolo, è inserito domani, 13 dicembre, alle ore 21,15 nel cartellone dell’auditorium Benedetto XIII di Camerino voluto da Comune e Amat.

In scena, diretti da Diego Ruiz che ha anche scritto il testo, ci sono Edy Angelillo, Blas Roca Rey, Milena Miconi e Adelmo Fabo. Il 17 gennaio lo spettacolo sarà di nuovo in scena al Verdi di Pollenza.
 

Edy Angelillo, com’è il suo personaggio?
«Interpreto Giulia, avvocatessa sposata con un marito casalingo.

Giulia sempre fuori, il marito sempre in casa, il figlio che vive negli Stati Uniti. Un giorno torna a casa e porta con sé la fidanzata per farla conoscere ai suoi genitori. Tutto bene, se non fosse che lei ha quasi l’età di Giulia. La storia si sviluppa attorno a questo, con veloci scambi di battute. Alla base di tutto ci sono le conflittualità moglie e marito, fidanzati e genitori, ma se vogliamo trovare una morale, c’è pure il pregiudizio da superare, quello della donna più vecchia del fidanzato».

Tra la madre e il padre, chi prende meglio la notizia di questo fidanzamento? 
«Giulia? Non proprio, lei è una donna odiosa, vuole controllare tutto, si comporta quasi come un generale e viene tenuta a bada solo dal marito, che al contrario, è una persona molto pacata. Il moralismo e il pregiudizio per il fatto che il figlio ha una fidanzata molto più grande di lui si trova in Giulia. Arriva addirittura a fare la guerra alla nuora, ma tutto lo spettacolo è un susseguirsi di colpi di scena, che faranno divertire».

Si ride? 
«Sì certo, c’è anche divertimento, e per tutta la durata dello spettacolo, che con la pausa arriva a due ore, si passa il tempo a teatro senza pensare a nulla. É l’occasione per pensare ad altro».

Crede che il teatro possa aiutare a superare, tra le varie cose, anche i pregiudizi? 
«La nostra commedia, seppur leggera, aiuta. Il teatro crea empatia, aiuta, ti fa guardare allo specchio, amplifica la realtà. Realtà che purtroppo supera anche la fantasia, a volte. A teatro ci si rende conto che non si è soli: pubblico e attori siamo uguali. Anche noi, che facciamo il mestiere più bello del mondo, siamo comunque alla mercè di chi ci dà lavoro, di una produzione e quando queste cose non ci sono, si soffre, com’è stato anche per il periodo della pandemia».

Consiglierebbe ai giovani di intraprendere questa carriera?
«Sì, però se si ha una passione enorme, se si hanno dubbi meglio non fare questo lavoro. Serve una grande forza, si ricevono tanti no e una volta fatta una cosa si deve ricominciare daccapo. Meglio non farlo solo per diventare qualcuno, perché oggi va bene, ma domani potrebbe arrivarne un altro». 

Quale tipo di spettacolo preferisce?
«Ho fatto anche film, il primo a 17 anni, a teatro ne ho fatti uno diverso dall’altro. Mi cercano principalmente per le commedie brillanti, che mi piacciono insieme alle commedie musicali. Ma un attore deve comunque saper passare da un ruolo all’altro. Ecco a mancarmi è la tragedia greca!». 

In agenda?
«Finita questa tournèe a febbraio debutto in Montagne russe, poi rifarò Que serà e il Rugantino a Roma, al Sistina».

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