Scuola, nel Lazio oltre 10mila studenti contagiati: «Uno su quattro alle superiori»

Scuola, nel Lazio oltre 10mila studenti contagiati: «Uno su quattro alle superiori»
Scuola, nel Lazio oltre 10mila studenti contagiati: «Uno su quattro alle superiori»
di Camilla Mozzetti
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Domenica 3 Gennaio 2021, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 10:38

Per mesi è stato un argomento dibattuto senza soluzione di continuità e alla fine, una sintesi chiara, ancora non esiste. Ci sono invece i dati sui contagi legati al mondo della scuola e sono numeri che pesano nel paniere dei positivi con la didattica che, seppur a distanza, ha subito diversi contraccolpi nelle scorse settimane per docenti positivi e sintomatici e impossibilitati a tenere fede alle lezioni e con supplenti introvabili, ragazzini in quarantena o contagianti a loro volta perché presenti in classe ignari di aver contratto il virus.


I numeri


Dal 14 settembre, giorno in cui gli istituti scolastici hanno riaperto dopo l'estate, allo scorso 13 dicembre secondo il dossier del Seresmi, il sistema di sorveglianza regionale, sui contagi nelle scuole i casi positivi monitorati nel Lazio sono stati oltre 10mila e di questi il 23% - ovvero 2.309 - rispondono alla fascia d'età 14-18 anni a riprova di come il problema maggiore si concentri nelle scuole superiori.

Solo nella Capitale i casi accertati hanno superato la quota di 7.800 positivi tra studenti, insegnanti e collaboratori scolastici. Di fatto in ogni scuola della Capitale - mille gli istituti comprensivi, che inglobano materne, elementari e medie, cui si aggiungono i 220 licei e istituti tecnico-professionali - ci sono stati diversi casi di positivi che hanno comportato l'attivazione delle quarantene per migliaia di classi. Solo ad ottobre, a un mese esatto dalla ripartenza, il Lazio era la prima Regione per numero di studenti posti in isolamento (12.749) poi la quota è scesa seguendo proprio la curva dei contagi ed è tornata a risalire quando la pandemia è entrata nel vivo della seconda ondata.


Le zone


A essere interessati diversi Municipi della Capitale dove le scuole hanno sofferto di più, comprese quelle per i più piccoli. Dal Tiburtino al Prenestino, dal Centro ad Acilia-Ostia, dalla Balduina a Trionfale. I medici pediatri viaggiano ormai da mesi su richieste giornaliere di tamponi che oscillano tra i 15 e i 30 casi. Non esistono altre richieste che non riguardino quelle per il certificato di ritorno in classe oppure le domande per svolgere un test molecolare o antigenico. Quasi azzerate le visite ambulatoriali per bambini e ragazzi che esulino dal Covid-19 e riguardino patologie comuni: dalla dermatite alla gastroenterite. E le scuole a poco a poco sono diventate contenitori di contagi.


Il problema


Considerata la fascia d'età particolarmente sensibile al problema, le cause scatenanti vanno ricercate nelle feste, che pure si sono svolte contrariamente alle disposizioni del governo, ma anche alla mobilità dei giovani fino a che proprio le scuole sono rimaste aperte, agli assembramenti pericolosi in strada, al mancato rispetto dell'uso delle mascherine e degli strumenti di protezione individuale tra i giovanissimi.

«Le scuole hanno pagato il loro prezzo anche sui contagi - commenta Cristina Costarelli, vicepresidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio - anche se i focolai dentro alle scuole sono stati contenuti a riprova del fatto che i contagi stessi sono avvenuti fuori dalle classi ma sono poi, com'era prevedibile, entrati. Personalmente al liceo Scientifico Newton (che dirige da diversi anni ndr) abbiamo avuto sette positivi ma poi i rispettivi compagni di classe al termine dell'isolamento non sono stati contagiati».

Nell'elenco degli istituti coinvolti dalla pandemia non mancano scuole note: dal Lucrezio Caro all'Albertelli, dal Mamiani al Tasso, dall'Avogadro al Farnesina, dal Newton appunto all'Azzarita, dal San Giuseppe De Merode a Villa Flaminia. Sui nidi e le materne, invece, il problema ha riguardato principalmente le educatrici e le insegnanti con l'annoso problema comune a tutti gli ordini e percorsi di trovarsi con le classi senza docenti perché è stato anche molto difficile poter contare sulle supplenze dal momento che gli incarichi brevi sono stati per l'80% rifiutati.

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