Pesaro, coltello e forbici contro madre e figlio. Violenza e minacce, padre alcolizzato condannato a 30mila euro di risarcimento

Il 50enne rumeno si è preso 2 anni e 20 giorni

Pesaro, inferno in casa per madre e figlio tra violenza e blackout. Il padre alcolizzato condannato a 30mila euro di risarcimento
Pesaro, inferno in casa per madre e figlio tra violenza e blackout. Il padre alcolizzato condannato a 30mila euro di risarcimento
di Luigi Benelli
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:40
PESARO Non solo il coltello puntato contro il figlio, ma anche lo sfregio di avergli tirato la lettiera del gatto. Ieri la sentenza per il caso di un 50enne rumeno a processo con rito abbreviato davanti al Gup di Pesaro con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Un rapporto complicato, le cui pieghe negative erano esasperate dall’abuso di alcol.  


Offese e botte


Un comportamento riservato soprattutto alla moglie che veniva ingiuriata pesantemente: «Prostituta, cicciona» le diceva. Ma oltre alle parole anche le spinte, gli schiaffi le minacce di colpirla con una scarpa. Una sera, al rientro a casa, aveva notato la bolletta di luce e gas più che raddoppiata, così era scattato come una furia. E il bersaglio furono moglie e figlio, ma anche le suppellettili in casa. Tanto che la polizia fu costretta a intervenire.
All’imputato veniva contestato di averle puntato un paio di forbici contro per minacciarla. L’avrebbe anche presa per il collo e fatta rovinare contro una vetrata andata in frantumi. Ma quando era in stato di alterazione psicofisica il suo bersaglio non era solo la donna, bensì anche il figlio minorenne. «Sei una merd… come la sabbia della lettiera del gatto».

E ancora: «Stupido, cretino, non vali nulla». Il tutto anche davanti amici e altre persone. Sarebbe arrivato anche a puntare un coltello in faccia al figlio, minacciando di ucciderlo e buttarlo fuori di casa, e a scagliare oggetti contro moglie e figlio, distruggere la playstation del ragazzino, la tv e il cellulare. Tra le accuse persino quella di aver staccato la corrente elettrica per lasciare al buio i familiari. Comportamenti che hanno reso il clima invivibile in casa, gettando moglie e figlio in uno stato d’animo di ansia e prostrazione. 


Il minore


Un’accusa dunque aggravata dal fatto di averla commessa contro i conviventi e contro un minorenne. La donna ha trovato il coraggio di denunciare e far alzare un velo di protezione attorno alla famiglia. Era scattato anche il divieto di avvicinamento. L’avvocatessa Pamela Pasquini difende l’uomo e ha chiesto il rito abbreviato. Moglie e figlio si sono costituiti parte civile con l’avvocata Maria Grazia Di Gioia. Il giudice ha condannato l’uomo a 2 anni e 20 giorni e al risarcimento di 30 mila euro. 

 

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