PESARO Chiamatela rivincita degli ultimi. Come quella di Rosa che si è risvegliata dal coma, dopo un mese, grazie alle canzoni di Niccolò Moriconi, in arte Ultimo, fatte ascoltare da una infermiera. Da quella camera dell’ospedale la sua storia si arricchisce di un nuovo capitolo. In tutti i sensi: dopo aver incontrato e ringraziato il cantautore romano (che l’aveva invitata al suo concerto), la 38enne pesarese ora pubblicherà un libro (titolo: “Per chi è ultimo e vale”) che raccoglie storie di chi, come lei, si è “salvato” grazie a Ultimo.
La musica oltre ogni distanza
Sono 25 i fan protagonisti (22 ragazze e 3 ragazzi, compreso un americano che abita a Londra, tutti di età compresa tra i 13 e 38 anni) che saliranno metaforicamente sul palco fatto di pagine per raccontare al mondo il loro mondo. «Abbiamo unito racconti che vanno da Bari a Milano, i protagonisti hanno curato ogni minimo dettaglio, non posso che essere fiera del bel gesto che stiamo compiendo – racconta Rosa, in costante contatto con lo staff di Ultimo e seguita da una editrice -. Io sto meglio ma lotto ancora con il mio stato di salute precario, cambio spesso cure e a volte rivedo il buio. Mi ritrovo nella canzone Paura: “Ora è tutto spento ma troverò i colori”.
«Ho ancora momenti di buio»
«Ho avuto la fortuna di conoscere tutte queste persone, abbiamo visto che la sua musica riesce ad unire chi ha bisogno di aiuto e di essere capito - continua Rosa -. Chi ascolta Ultimo non è il solito depresso come tutti ci definiscono, ma chi ha una sensibilità maggiore. Questo libro racconta le emozioni di chi ascolta la sua musica e come questa le abbia aiutate, racconta chi lo ha incontrato e di chi sogna di farlo». Come Giulia: «Sono molto grata a Rosa, Martina, Azzurra e Michela che mi hanno dato questa opportunità. Ultimo mi ha salvato in tanti momenti perché è “dove non riesco a vedermi io ci sei tu che mi ha già vista”». E come Lucia: «Lui è un antidoto alla negatività, tristezza e insicurezza, lui è il mio supereroe: mi ha salvata da me, ho messo a tacere quella vocina che mi portava a star male».
«Noi abbiamo vinto»
«Non potevo credere di aver ricevuto un dono così bello dalla vita, io che dalla vita non ho mai ricevuto nulla - commenta Rosa - Si crea un legame speciale tra salvato e salvatore, con la sua voce: ogni volta che la sento è come se sentissi sempre quel ciao che mi disse poco prima di svegliarmi. Le parole delle sue canzoni ricordano che siamo vivi, che ce l’abbiamo fatta, che abbiamo vinto».
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