Profughi da oggi al lavoro nel rione Muraglia
Il sindaco: "Integrazione senza estremismi"

Profughi da oggi al lavoro nel rione Muraglia Il sindaco: "Integrazione senza estremismi"
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Giovedì 21 Maggio 2015, 13:37 - Ultimo aggiornamento: 14:54
PESARO - Avviata l'esperienza di volontariato dei profughi per favorirne l'integrazione contro ogni forma di razzismo. Hanno iniziato dieci richiedenti asilo questa mattina con tre ore dedicate alla pulizia del quartiere Muraglia.



Il progetto Esperanto è scattato con la riunione nella sala della circoscrizione di Muraglia. "Un piccolo briefing sulle norme di sicurezza, scarpe a giacca a norma, volontariato dalle 9 alle 13", spiega Andrea Boccanera, presidente dell'associazione Gulliver.



Le indicazioni di giornata sono state: "pulizia insieme ai volontari di quartiere del parco Scarpellini, in via Barsanti, nell'area della scuola Gulliver, in via Flaminia". Erano in dieci, appunto. Ma l'obiettivo è aumentarne progressivamente il numero, dopo la formazione necessaria.



Perché secondo il Matteo Ricci, che non ha voluto mancare all'appuntamento e ha dato la linea, "nei territori è uno dei pochi modi per gestire un fenomeno del genere". Il sindaco ha conversato con i profughi, guidati dai volontari, prima di ribadire: "Teniamo insieme accoglienza e regole; solidarietà e capacità di governare le questioni. Evitando gli estremismi, che alimentano solo le tensioni sociali".



Quindi: "No all'estremismo della Lega, che cerca solo la propaganda per lucrare elettoralmente, facendo leva sulla paura. E no all'estremismo buonista di chi pensa che questo fenomeno non crei alcun disagio. I disagi purtroppo ci sono: noi portiamo avanti un approccio pragmatico, l'unico praticabile per chi cerca di risolvere i problemi".



Insomma: "La vicenda è molto più grande di noi: serve l'intervento dell'Onu, così come l'Europa deve fare di più. Ma nel frattempo c'è l'emergenza da gestire. E' sbagliato lasciare questi ragazzi tutto il giorno senza fare niente. Il lavoro di volontariato facilita l'integrazione ed è importante anche per la comunità pesarese, che vede in qualche modo contraccambiata l'accoglienza".



Non solo: "Abbiamo detto no agli alberghi: danno l'idea del privilegio. E gli albergatori devono fare gli albergatori, magari mettendo a posto le loro strutture, senza cambiare attività". Infine: "La stragrande maggioranza dei migranti scappa dalla guerra e dalla fame. Trovare momenti informali, come un pranzo o una cena nelle famiglie disponibili, può accrescere la nostra consapevolezza del dramma umanitario che vivono".
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