PESARO Nell’immaginario collettivo un elenco telefonico è un volume fitto di nomi e numeri, un oggetto che si presta a numerosi aforismi. Tra i più noti “sei lungo come l’elenco del telefono”, a sottolineare la ridondanza di nomi. E il sindaco Matteo Ricci ne ha aggiunto un altro per dare una spallata al centrodestra.
Ieri la conferenza di fine anno del primo cittadino che ha parlato di cantieri e opere, ma anche di politica.
Guardare in casa propria
Finite le stoccate per il centrodestra è il momento di guardare in casa propria. I nomi dei possibili candidati sono quelli di Daniele Vimini, assessore alla Cultura e Andrea Biancani, consigliere regionale. «Sono contento di come il segretario Giampiero Bellucci stia gestendo la situazione senza conflitti e tensioni. E’ in atto una discussione sulla figura migliore, ma si sta lavorando in un clima di rispetto e senza conflittualità. E’ chiaro che con il nuovo anno si dovrà accelerare sulla scelta». Ricci parla anche di primarie. «Pensiamo ci possa essere convergenza, ma se la coalizione valuterà la necessità di un confronto allora si faranno». E ancora: «In questi hanno ho lavorato per una maggioranza solida e larga, che non ha mai avuto discussioni o frizioni interne. Cosa che ci ha permesso di lavorare spediti e senza intoppi. Questa è la mia eredità politica». Un’eredità che passa anche per la visibilità nazionale di Pesaro. «Non scomparirò, continuerò a lavorare per la città e la provincia. Mi spenderò a prescindere dai ruoli che ricoprirò. Avremo una visibilità nazionale a partire dalla Capitale della cultura».
Sulle ipotesi di terzo mandato anche per i sindaci dei Comuni con oltre 15 mila abitanti, Ricci taglia corto. «Al momento è una regola che non esiste, ma ho dato la mia disponibilità alla segretaria Elly Schlein a candidarmi alle Europee». Dunque niente sindaco per la terza volta, il campo è sgombro. Ma il futuro non è semplice, Ricci lo sa bene. «È una sfida al limite del possibile per un marchigiano. Consideratala base demografica il Centro Italia elegge sempre candidati in Lazio e Toscana, ma sono pronto a correre e giocare la partita perché ho una visibilità nazionale». E se dovesse essere fuori dai giochi, nessun problema. «Ho impostato la mia politica su un livello nazionale ed è quello che voglio fare. Sono pronto anche a continuare a farlo senza ruoli per qualche mese, sono nella dirigenza del Pd e sono ancora presidente Ali». Rispetto al vento di centrodestra che dilaga a livello nazionale e nei principali comuni della Regione, il primo cittadino aggiunge: «Mi sento l’ultimo dei Moicani, l’ultimo sindaco democratico ma sono anche convinto che da Pesaro partirà la riscossa per la conquista della Regione Marche».