PESARO Si comincia a prendere uno ad uno i lettini, a ripiegarli per pulire la tela e a smontare gli ombrelloni: i bagnini lavano via il “sapore di mare”. La maggior parte degli stabilimenti balneari ha iniziato a smobilitare. Per molti questo weekend è l’ultimo di apertura e chiuderanno anche i bar. Altri stabilimenti resisteranno ancora ma fino al patrono San Terenzio, il 24 settembre. La mappa è un po’ diversificata ma la sostanza è che siamo agli sgoccioli: a Levante dove molta clientela è fidelizzata le prime file sono già sparite, a Ponente gli ombrelloni resistono ancora per il movimento turistico di bassa stagione. E a fine mese anche gli alberghi stagionali saluteranno.
La teoria e la pratica
Hai voglia a ragionare di destagionalizzare finchè il meteo ti bacia: a conti fatti al momento è un approccio teorico di cui va trovata l’applicazione concreta. In soldoni i lavoratori stagionali, compresi i bagnini di salvamento, che hanno già finito, i costi fissi che si allungano e l’apertura delle scuole nella prima metà del mese tagliano le gambe a ogni buon proposito. Meglio pensare al 2024 al tavolo tecnico del 20 settembre in Regione, all’erosione e alla Bolkestein.
«Anche volendo e con un meteo favorevole, ci sono troppi incastri e vecchie abitudini da sradicare, e noi non siamo la riviera Romagnola – osserva Alessandro Corsini, gestore di bagni Primavera e ristorante Cocobongo nell’ultimo tratto sud di viale Trieste – anche nella mia spiaggia il calo si è sentito, soprattutto a giugno il ristorante ha registrato fino a un 30% in meno.
Contrario alla destagionalizzazione è Andrea Ranocchi, gestore di bagni Marevivo 24 all’inizio di Levante: «Per noi operatori sarebbe una rimessa. Non è mantenendo un servizio parziale in spiaggia che si può pensare di recuperare le giornate perse d’estate. Anzitutto deve cambiare l’approccio e l’abitudine del pesarese. Sarebbe più opportuno insieme a Comune, Regione e tour operator portare turisti fino a settembre inoltrato. Il mio è il bilancio di una stagione molto strana, forse la più strana. Giugno non l’abbiamo quasi visto. Luglio è stato ben al di sotto delle aspettative. Poi, l’erosione e la marea di fine agosto non hanno certo aiutato». Scegliere se mantenere lo stabilimento aperto dev’essere una libera decisione di ogni bagnino. La pensa così Fabrizio Rossi gestore di bagni Tina lato Ponente: «Da ordinanza noi stabilimenti possiamo rimanere aperti fino al 30 settembre e se il tempo lo permette garantiamo un servizio anche minimo. A mio avviso ognuno di noi è giusto che si organizzi come meglio crede, così come sono d’accordo con i colleghi che già da questo fine settimana iniziano a smontare l’attrezzatura. Se tutti rimanessimo aperti fino al 30 su precisa disposizione, non ci sarebbe possibilità di lavoro per tutti ma nel frattempo avremo costi fissi da sostenere ugualmente».
Fra chi sceglie di prolungare c’è Claudio Casoli spiaggia 27: «Chi come noi ha la spiaggia ma anche l’hotel può permettersi di allungare di qualche settimana. Per tanti la stagione è finita con l’ultimo giorno di San Nicola ma il nostro stabilimento resta aperto fino al 24 settembre solo con il servizio bar mentre l’hotel e alcuni ombrelloni fino al 30 anche se già da oggi (ndr ieri per chi legge) abbiamo iniziato a lavare sdraio e attrezzatura».
Si smonta
Ha già iniziato i lavori di stoccaggio anche Antonella di bagni Baronciani sul tratto centrale di Ponente: «Non ho ancora una data precisa di chiusura, mi organizzo sulla base delle richieste che arrivano dall’hotel Napoleon che per il momento ha clienti fino al 20 settembre. L’unica cosa certa è l’apertura del ristorante fino al 24». Destagionalizzare non “vale la candela”, come si usa dire, nemmeno per Marco De Biagi, bagni Le Poste zona Villa Marina: «Ci sono diversi contro a cominciare dai costi per garantire servizi a quei pochi turisti che arrivano. Per esempio il salvataggio a carico dello stabilimento e non comunale, senza considerare l’incognita del meteo. Allungare a fine mese ha senso a Sottomonte con i ragazzi e lo sport in spiaggia, ma non negli stabilimenti fra viale Trieste e la Baia, perché non è nelle abitudini dei pesaresi. Ci salvano in questo momento le comitive di turismo per anziani con un minimo di 15-20 ombrelloni garantiti».