Pesaro, a mezzogiorno il tuffo di Capodanno per oltre 50 temerari: «Ci diamo la carica per 12 mesi». Foto e video

The originals. Spinaci e Bischi, i decani del tuffo
The originals. Spinaci e Bischi, i decani del tuffo
di Thomas Delbianco
3 Minuti di Lettura
Martedì 2 Gennaio 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 12:08

PESARO C'è chi attende questo giorno per tutto l'anno, perchè «l'energia e la carica che ricevo in questo tuffo, me le porto dietro in tutti gli altri 365 giorni», chi la considera una tradizione irrinunciabile, chi ne approfitta per scaldarsi con un "cicchetto". Ognuno ha i propri riti, abitudini, tutti accomunati da una passione che li spinge ogni anno, magari con poche ore di sonno dopo il veglione di San Silvestro, infreddoliti, a sgusciare via da sotto il piumone del letto, svestirsi di maglioni e cappotti, e indossare il costume, come se fosse un qualsiasi giorno di agosto.

 

  Loro sono i temerari, uomini e donne di ogni età, che rendono ogni inizio d'anno sul lungomare di Pesaro gioioso, uno spettacolo che attira sulla banchina a fianco alla rotonda Bruscoli migliaia di persone. Ieri mattina il rito si è rinnovato. Una cinquantina di temerari hanno sfidato le acque non certo con temperature gradevoli e pure il mare un po' agitato, per il tradizione tuffo di Capodanno, con ritrovo come sempre sul tratto di spiaggia davanti a Bagni Tino.

Video

Deus ex machina

Prima di tuffarsi, la foto di gruppo, aspettando il "deus ex machina" Alessandro Bischi, che dal 1995 organizza l'evento, riprendendo una precedente tradizione risalente agli anni '70 (era una peculiarità dei soci del circolo canottieri chiamati gli “omaccioni” tra i quali si ricorda Peppone Spinaci). «Torniamo qui come tutti gli anni, è sempre una bella esperienza - racconta Stefano, che in attesa di entrare in acqua è rimasto coperto per non rischiare di ammalarsi - siamo contenti se ogni anno partecipano sempre più persone».

Immancabile, come ogni anno, Nonno Bolla con le bolle di sapone per i più piccoli. Hanno partecipato un gruppo di subacquei. «Siamo un po' avvantaggiati con la muta rispetto agli altri, sentiamo meno il freddo - scherzano - il mare non è in ottime condizioni, ma ci proviamo lo stesso, come sempre».

Sua altezza

Simone D’Angelo è ormai un habituè del tuffo di Capodanno: «Speriamo di essere all'altezza di questa iniziativa - dice Simone, "giocando" con le parole sulla corona che indossava ieri mattina - che ripetiamo nel tempo. Cerchiamo di essere estrosi e di prendere il lato divertente della vita». Un gruppo di ragazze è sempre presente ogni 1° gennaio: «Qualunque sia la temperatura, noi ci siamo sempre. Ormai è un rito, una tradizione, porta bene tutto l'anno, si fa questo sacrificio. Dopo il bagno del primo dell'anno, si attendono 365 giorni per ritornare al primo dell'anno successivo dall'energia che ti lascia dentro. E' un'abitudine che consiglio a tutti, almeno una volta bisogna provarlo nella vita, perchè poi fatto la prima volta, non se ne può più fare a meno». Altri ragazzi già in costume si "scaldano" con un cicchetto di una bevanda alcolica a 40 gradi: «Tuffati la prima volta, poi va tutto bene. E' l'impatto l'unica cosa da superare, poi non ci ferma più nessuno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA