Pesaro, bando scaduto a ottobre e lauree a novembre-dicembre: «Così facciamo fuggire i nostri infermieri»

Pesaro, bando scaduto a ottobre, lauree a novembre-dicembre: «Così facciamo fuggire i nostri infermieri»
Pesaro, bando scaduto a ottobre, lauree a novembre-dicembre: «Così facciamo fuggire i nostri infermieri»
di Silvia Sinibaldi
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Giovedì 9 Novembre 2023, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 12:12

PESARO-  Due i fronti su cui attacca la presidente dell’Ordine degli Infermieri di Pesaro Urbino. Uno relativo alle recenti anticipazioni sulla riforma pensionistica del governo Meloni e uno invece più legato alle condizioni della professione nella nostra realtà che non scampa al trend nazionale del personale sanitario in fuga dal nostro sistema pubblico. 

Il cortocircuito

«Evidenzio l’assurdità - scrive la presidente Laura Biagiotti che è anche consigliere comunale nel Comune di Pesaro - nella nostra realtà, per cui non assumiamo gli infermieri che si laureano nella nostra Università Politecnica delle Marche, favorendone la loro fuga dalla nostra Provincia e Regione, per trovare un posto di lavoro altrove.

La conferma di questo è il bando per Infermieri scaduto a ottobre scorso, una tempistica che non ha tenuto minimamente conto delle lauree imminenti di novembre e dicembre dove solo a Pesaro si laureeranno 44 nuovi infermieri, ad Ancona 40, a Macerata 40, 30 ad Ascoli e 30 a Fermo. Un tempo per non far scappare dal nostro territorio i nuovi laureati, si concordava la scadenza del bando per dar loro la possibilità di parteciparvi e iniziare subito a lavorare nei nostri ospedali. Con una scadenza della partecipazione al bando il 5 ottobre, non raccoglierà nemmeno i laureati all’inizio dell’anno in corso perché di certo staranno già lavorando altrove e in molti non decideranno di rientrare». 

Il bando


C’è poi la questione relativa al contenuto del bando stesso: «Se poi guardiamo al fabbisogno infermieristico richiesto nel bando per ogni realtà provinciale - spiega Laura Biagiotti - è palese che vi è una richiesta irrisoria per poter garantire una adeguata presenza di infermieri sulla rete sanitaria territoriale al fine di realizzare realmente gli obiettivi promessi sui Piani Socio Sanitari dalla nostra Regione». Poi lo sguardo alla situazione nazionale e un appello ai politici della nostra regione che ci rappresentano a Roma: «Non accetto assolutamente - aggiunge la presidente dell’Ordine - la riforma di questo Governo, che porta alla riduzione delle aliquote di rendimento dei contributi versati tra il 1981 e il 1995 dagli operatori sanitari come infermieri e medici ma che colpirà tutti i dipendenti pubblici e statali, come insegnanti, agenti di polizia locale, amministrativi di funzioni locali ecc, bastonando fortemente il personale attualmente in servizio con una perdita stimabile tra il 5% e il 25 % dell’assegno pensionistico annuale, da moltiplicare per l’aspettativa di vita». Una scelta che avrebbe pesanti conseguenze sulla vita del Paese: «Il taglio sostanzioso ai futuri assegni non solo potrebbe generare un aumento della fascia di povertà in un corto circuito drammatico, ma apre le porte a un effetto fuga importante da ospedali e territorio. Chi potrà, a queste condizioni, correrà inevitabilmente al pre-pensionamento entro l’anno. Sarebbe un colpo mortale per il sistema sanitario nazionale, già aggravato dalla carenza di infermieri». Laura Biagiotti rivolge quindi un appello a tutte le forze politiche del nostro territorio affinché venga modificata quanto prima la norma, evitando lo svuotamento delle strutture, non tradendo patti siglati anni orsono con i professionisti del pubblico impiego e garantendo al contempo la salute dei cittadini.


Il paradosso


«Un grande paradosso - conclude Biagiotti - per cui da un lato diciamo da tempo che mancano gli infermieri e la soluzione del Governo attuale qual è? Tagliare le pensioni per far si che molti di loro avranno convenienza ad andarsene svuotando i nostri ospedali e distretti».

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